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Mosca accusa la Nato, Varsavia valuta la no-fly zone. Ue: “Roadmap per l’energia russa già definita”

La premio nobel Romantsova: il conflitto è già in Europa. Crosetto: Italia impreparata. Per Trump troppo morbide le sanzioni europee
martedì, 16 Settembre 2025
3 minuti di lettura

Si è chiusa ieri un’altra giornata ad alta tensione lungo il fronte orientale. Mosca ha attribuito a Kiev la responsabilità per l’incursione di un drone in Romania, definendo l’episodio una “provocazione del regime ucraino”, mentre l’ambasciata russa a Bucarest ha bollato come “infondato” il richiamo del proprio ambasciatore per l’incidente. Intanto il Cremlino ha ribadito che “la Nato è in guerra con la Russia”, coinvolta “di fatto” attraverso aiuti diretti e indiretti.

Parallelamente, la Polonia ha riaperto il dibattito su una possibile no-fly zone sopra l’Ucraina: il ministro degli Esteri Radoslaw Sikorski ha affermato che l’Alleanza “tecnicamente sarebbe in grado” di farlo, ma una scelta del genere potrà essere presa solo con il consenso degli alleati. Dalla Russia la reazione è stata immediata: per Dmitry Medvedev un intervento Nato contro i droni russi equivarrebbe a “dichiarazione di guerra”. In chiave interna europea, la discussione divide.

La premio Nobel ucraina Oleksandra Romantsova ha ammonito che “il conflitto è già in Europa e voi non siete pronti”. In Italia, il ministro della Difesa Guido Crosetto ha riconosciuto pubblicamente ritardi e vulnerabilità del sistema Paese sul versante della difesa e della protezione civile in caso di crisi prolungata. Sul fronte della disinformazione, i servizi russi per l’estero (SVR) hanno accusato l’Unione di orchestrare un presunto “Maidan serbo” in vista dell’anniversario del crollo alla stazione di Novi Sad, tesi rilanciata dai media filorussi e respinta in ambienti europei come propaganda.

Trump: “Sanzioni Ue insufficienti”

Sul piano politico-internazionale, Donald Trump ha accusato l’Europa di “sanzioni non abbastanza dure” mentre continua l’acquisto di petrolio russo. “Sono disposto a fare la mia parte – ha detto – ma gli europei devono inasprire le loro misure in modo commisurato”. Dalla Commissione Ue è arrivata una doppia risposta. Da un lato, il portavoce Olof Gill ha rivendicato che i pacchetti “stanno funzionando” e colpiscono l’economia russa; dall’altro, la portavoce per l’Energia Paula Pinho ha ricordato la roadmap già presentata per eliminare gradualmente gas e petrolio russi entro il 2027, insieme al divieto su carbone e altre materie prime. Sulle ipotesi di sanzioni secondarie alla Cina, Bruxelles mantiene la linea della cautela: “Strumento da usare solo se e quando opportuno”.

Nel frattempo, crescono i segnali di frizione ibrida nei cieli europei: secondo la Commissione, quasi il 40% dei voli ha subito negli ultimi mesi interferenze o distorsioni del segnale GPS; in Lituania, solo ad agosto, registrati circa mille episodi. Per il presidente del Consiglio europeo António Costa, le violazioni dello spazio aereo di Polonia e Romania sono “una minaccia evidente” e impongono un approccio alla sicurezza “a 360 gradi”.

Da Berlino, il viceportavoce Steffen Meyer ha avvertito che Mosca “sta testando i limiti di Europa e Nato” e che ogni incidente sarà seguito da risposte “chiare e decise”. In questo quadro frammentato, Bruxelles prova a tenere insieme deterrenza, tenuta economica e coesione politica. Ma tra droni che sconfinano, GPS disturbati e accuse incrociate di “atto di guerra”, l’Europa scopre di essere non solo spettatrice, ma parte del campo di battaglia ibrido. E il tempo per attrezzarsi, avvertono le capitali, sta rapidamente finendo.

Zelensky: “buoni risultati” sul campo

Sul terreno, Kiev prova a ribaltare la narrativa dei progressi russi: nel messaggio serale, Volodymyr Zelensky ha parlato di “buoni risultati” nelle aree di confine della regione di Sumy e di forti perdite inflitte a Mosca tra Donetsk e Kharkiv, mentre proseguono gli attacchi su Kherson. In parallelo, un rapporto di ong internazionali ha stimato in oltre 1.200 le vittime civili causate dalle munizioni a grappolo dall’inizio dell’invasione su larga scala, con l’uso di questi ordigni attribuito a entrambi i belligeranti e particolare enfasi sull’impiego russo.

Né Russia né Ucraina hanno aderito alla Convenzione del 2008. La dimensione militare si allarga agli scacchieri limitrofi. È partita l’esercitazione “Zapad-2025” in Russia e Bielorussia: ieri a Baltiysk la Flotta del Baltico ha simulato la difesa contro attacchi di droni navali con una dozzina di unità e oltre 500 marinai. A sorpresa, ufficiali statunitensi hanno assistito ad alcune manovre in territorio bielorusso assieme a delegazioni di 23 Paesi, un segnale dell’inedito disgelo tra Washington e Minsk mentre continua la guerra nel vicino teatro ucraino.

Cina: dazi Usa sono “prepotenza”

Dall’Asia, la Cina ha definito “prepotenza unilaterale” l’idea statunitense di introdurre dazi legati al petrolio russo acquistato da Pechino, ribadendo la legittimità della cooperazione energetica con Mosca e la propria linea di “neutralità attiva” pro-negoziati.

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