È stata una notte di trionfi e sorprese quella della 77ª edizione degli Emmy Awards, dove due titoli hanno rubato la scena: ‘Adolescence’, miniserie Netflix dal tono cupo e profondo, e ‘The Studio’, commedia satirica firmata Apple TV+ ambientata nel cuore di Hollywood. Le due produzioni hanno conquistato rispettivamente 8 e 13 statuette, segnando un nuovo record per la cerimonia. ‘The Studio’ , con protagonista Seth Rogen, ha sbancato nella categoria comedy: miglior serie, miglior attore, miglior regia e miglior sceneggiatura. Rogen, insieme al partner creativo Evan Goldberg e agli autori Peter Huyck, Alex Gregory e Frida Perez, ha portato a casa un bottino che lo consacra tra i più premiati di sempre in una singola serata. La serie, che ironizza sul dietro le quinte dell’industria cinematografica, ha convinto per il suo ritmo serrato e la capacità di mescolare comicità e critica sociale. Sul versante opposto, ‘Adolescence’ ha emozionato pubblico e giuria con una narrazione intensa e drammatica. La miniserie racconta la storia di Jamie Miller, un tredicenne accusato di omicidio, interpretato da Owen Cooper, il più giovane attore mai premiato agli Emmy. Stephen Graham, nel ruolo del padre, ha vinto come miglior attore protagonista, mentre Erin Doherty ha conquistato il premio come miglior attrice non protagonista. La sceneggiatura, firmata da Graham e Jack Thorne, ha ricevuto ampi consensi per la sua profondità e autenticità. La cerimonia, condotta dal comico Nate Bargatze, ha avuto momenti di leggerezza e tensione, tra gag sul tempo dei discorsi e frecciatine alla politica interna. Ma a dominare è stata la qualità narrativa: due serie opposte per tono e stile, unite da una scrittura potente e da interpretazioni memorabili. Gli Emmy 2025 hanno parlato chiaro: il futuro della TV passa dal coraggio e dalla satira.
