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Corea del Nord, l’ONU denuncia: “Boom di esecuzioni per chi guarda film stranieri”

sabato, 13 Settembre 2025
1 minuto di lettura

Un nuovo rapporto delle Nazioni Unite getta luce su una realtà agghiacciante: in Corea del Nord, il semplice atto di guardare film o programmi televisivi stranieri può costare la vita. L’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani ha documentato un aumento significativo delle esecuzioni pubbliche per reati legati al consumo e alla diffusione di contenuti multimediali provenienti da Paesi considerati “ostili”, in particolare Corea del Sud, Stati Uniti e Giappone. Dal 2015, il regime di Kim Jong-un ha introdotto almeno sei nuove leggi che prevedono la pena capitale per chi possiede, guarda o condivide media stranieri. Secondo il rapporto, basato su oltre 300 interviste a rifugiati nordcoreani, le condanne vengono spesso eseguite in pubblico da plotoni di esecuzione, con l’obiettivo di incutere terrore e scoraggiare la popolazione dal violare le rigide norme culturali imposte dal regime.Tra le testimonianze più scioccanti, quella di Kang Gyuri, fuggita nel 2023, che ha raccontato alla BBC di aver perso tre amiche giustiziate per aver condiviso contenuti sudcoreani. Una quarta, appena ventitreenne, è stata condannata a morte per aver guardato una serie televisiva. “È stata processata insieme ai criminali della droga,” ha dichiarato. Il rapporto evidenzia anche l’uso sistematico della tortura, dei lavori forzati e della sorveglianza tecnologica per reprimere ogni forma di dissenso. Le perquisizioni di dispositivi elettronici sono frequenti, e il possesso di file “anti-socialisti” può portare a detenzione arbitraria o peggio. L’Alto Commissario Volker Türk ha definito la situazione “una delle più brutali repressioni culturali del mondo moderno” e ha esortato la comunità internazionale a non ignorare le sofferenze del popolo nordcoreano. In un Paese dove persino la visione di un film può essere equiparata a un crimine capitale, il controllo statale ha raggiunto livelli distopici.

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