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Il Vertice della Shanghai Cooperation Organisation e la postura indiana

martedì, 9 Settembre 2025
4 minuti di lettura

Il 25º vertice della SCO, tenutosi a Tianjin, ha sancito con forza la volontà dei Paesi membri di proporre un modello alternativo all’ordine occidentale. Nella dichiarazione finale, si è ribadito il principio di “rispetto del diritto dei popoli a scegliere in modo indipendente e democratico i propri percorsi di sviluppo”. Cina e Russia hanno guidato il summit dando un ruolo da protagonista all’India, affiancati da Iran, Pakistan, Turchia e altri Paesi asiatici, in una dimostrazione di coesione regionale.

La SCO nasce originariamente come un’ organizzazione per la sicurezza nell’ area e il contrasto al terrorismo, eppure si sta evolvendo in qualcosa di più. Un’ organizzazione elastica che si incentra sugli Stati Nazione e dove si intravedono nuove volontà di creare modelli per lo scambio di beni e servizi alternativi al sistema basato sugli USA.

È divenuto un forum dove ogni Paese può fare proposte o annunci, discuterli bilateralmente o multilateralmente ed eventualmente proporli in altre sedi qualora appartenga ad esempio ai BRICS. La Cina ad esempio ha annunciato la creazione di una Banca per lo Sviluppo dei Paesi appartenenti alla SCO e dove la Cina investe o potrebbe investire in infrastrutture. Più precisamente gli obiettivi della banca di sviluppo SCO sono:

  • Promuovere lo sviluppo infrastrutturale tra i Paesi membri
  • Stimolare la cooperazione economica e sociale nell’area eurasiatica
  • Rafforzare la sicurezza regionale attraverso investimenti strategici
  • Sostenere progetti comuni in settori chiave come energia, economia digitale, intelligenza artificiale e innovazione tecnologica
    La Cina ha annunciato anche che allocherà oltre 12 miliardi di Yuan per sostenere queste iniziative.

La banca si inserisce in una strategia più ampia di modello alternativo all’Occidente, con l’obiettivo di: 1) Rafforzare il multilateralismo e la sovranità economica dei Paesi SCO; 2)Consolidare il ruolo della Cina come “federatore” dell’asse eurasiatico

Questa mossa non è solo economica, ma anche profondamente politica: la Cina sta cercando di costruire un sistema finanziario parallelo a quello dominato da istituzioni occidentali come la Banca Mondiale o il FMI.

Rattrista quindi che in Occidente ci si sia limitati a definirla “la riunione di dittatori”, perché se è vero che ad eccezione dell’ India , eravamo in presenza di governi più o meno autoritari, è anche vero che uno dei capisaldi della SCO è la legittimità di ogni Nazione a prescindere dalla forma di governo scelta, ossia l’ esatto opposto delle organizzazioni occidentali che pretendono una conversione verso il sistema della democrazia liberale. In realtà qui si innesta un altro ragionamento più profondo: il successo del modello cinese che si è dimostrato in grado di creare benessere pur in assenza di democrazia. Senza entrare in una disamina fuori tema basterà dire che è un sistema misto. Per fare un esempio la finanza rimane in mano pubblica e non ha nel suo DNA la creazione di ricchezza attraverso il debito o operazioni di finanza sintetica, ma al contrario è fortemente dedicata agli investimenti.

Inoltre la contemporanea presenza di India e Pakistan, dimostra come in quell’area di mondo anche Nazioni con forti attriti che sfociano in azioni militari, non rinuncino alla diplomazia.

L’ altro punto rilevante è l’ avvicinamento dell’ India che subito incassa una dichiarazione congiunta di condanna al terrorismo transfrontaliero ( che è una bacchettata sulle mani al Pakistan). È ancora presto per dire se il vertice rappresenti l’ inizio di un allineamento tra Cina e India. Sicuramente sancisce la fine dell’ inimicizia. Dovremo aspettare il vertice dei BRICS, presieduto tra l’ altro dal Presidente Indiano Modi, per capire se vi saranno passi in avanti. Secondo l’ Ambasciatore indiano Bhadrakumar, la vicenda dei dazi punitivi all’ India disposti da Trump per l’ acquisto eccessivo di petrolio dalla Russia, è stata considerata una grave ingerenza nella sovranità dell’ India e avrà riflessi importanti sul piano degli scambi e della sicurezza. L’ India non uscirà dal Quadrilateral Security Dialogue (QUAD – l’ alleanza tra India, USA, Giappone e Australia), ma è arrivato a parlare di un QUAD 2 + ( come se la presenza di India e Giappone verrà valutata volta per volta). Se fosse vero sarebbe una pessima notizia per gli USA, specie dopo la dimostrazione di potenza data dalla Cina alla parata per la vittoria nel secondo conflitto mondiale.

Personalmente credo che l’ India, che da sempre rifiuta la logica dei blocchi, cercherà di tenere aperto il canale con gli USA, ma senza rinunciare alla sua autonomia strategica e agirà in modo damantenere questo atteggiamento di cooperazione multipolare. Credo che la sua assenza alla parata e il preliminare viaggio in Giappone (il quale alla notizia dei dazi di Trump aveva annullato la visita del Ministro degli Esteri negli USA) del Premier Modi vada letta in questo termini. Ossia l’ apertura di un dialogo con la Cina, agevolato dagli ottimi rapporti con la Russia, senza compromettere eccessivamente la sua posizione con gli USA.

Al momento il Presidente Modi ha chiarito che per lo sviluppo dell’ India è prioritario l’ accesso alle risorse energetiche russe e con buona pace di Trump ha annunciato un aumento del 10 % delle importazioni di idrocarburi dalla Russia.

Altro elemento da considerare è la chiusura, avvenuta il 2 settembre , del memorandum per il gasdotto che dall’ artico porterà gas a buon Mercato in Cina. Il giacimento che era destinato originariamente a soddisfare la domanda europea e segna un punto di non ritorno nella postura russa di prediligere l’ Asia (postura inevitabile di fronte alla russofobia delirante europea), anche se la Russia conserva ulteriori capacità. Si tratterebbe in ogni caso di una fornitura che supererebbe la quota di gas attualmente acquisita dalla Cina e per una durata di 30 anni. Questo genere di accordi, se finalizzati sono elementi geopolitici di una partnership strategica strutturale.

Non è una buona notizia neanche per gli USA che sono impegnati nella corsa tecnologica con la Cina. L’ A.I. consuma quantità enormi di energia e va principalmente a gas e nucleare. In ogni caso la SCO sembra funzionale a divenire anche una piattaforma per infrastrutture energetiche e tecnologiche, con la Cina che rilancia la Belt and Road e propone una governance multipolare anche sull’intelligenza artificiale.

In ultimo una considerazione troppo spesso obliata. Churchill sosteneva che la lingua è potere. Le lingue ufficiali della SCO sono il russo e il mandarino. Abbiamo assistito a un vertice che rappresentava il 41% della popolazione del pianeta e con un PIL superiore a quello della UE. Un fatto che dovrebbe far pensare che il mondo internodale (molto più frammentato di quello multipolare) è ormai una realtà. Al contempo è un monito a non idealizzare questo forum perché le dinamiche internazionali seguono sempre i rapporti di forza e nel caso di specie la Cina (la più grande manifattura al mondo e potenza nucleare), ma anche la Russia (la più grande esportatrice al mondo di materie prime e superpotenza nucleare) ne sono il perno. In modo più esplicito si è creata un’ area euroasiatica dove l’ America non ha un vero ruolo e questo è il tema a livello geopolitico.

Paolo Falconio

Paolo Falconio

Membro del Consejo Rector de Honor e conferenziere de la Sociedad de Estudios Internacionales (SEI)

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