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Gaza, nuovi raid israeliani: Trump avverte Hamas, Onu denuncia escalation

Idf avvisa e poi sbriciola un grattacielo a Sheikh Radwan: "Era punto osservazione di Hamas". Katz: "Si apre inferno a Gaza"
domenica, 7 Settembre 2025
2 minuti di lettura

La guerra nella Striscia ha conosciuto ieri una nuova intensificazione, con l’esercito israeliano che ha colpito duramente il quartiere di Sheikh Radwan, a Gaza City. Dopo aver diffuso ordini di evacuazione ai residenti e segnalazioni mirate per gli abitanti della zona, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno raso al suolo un grattacielo accusato di essere utilizzato da Hamas come centro di osservazione e raccolta dati. Secondo i portavoce militari, l’edificio era stato minato in previsione di un’eventuale avanzata delle truppe. L’offensiva rientra nell’operazione “Carri di Gedeone II”, che nelle ultime ore ha spinto l’Idf a invitare gli abitanti della città a spostarsi verso sud, in una cosiddetta “zona umanitaria” predisposta a Khan Younis. L’area, hanno spiegato le autorità israeliane, includerebbe infrastrutture essenziali come ospedali da campo, condotte idriche e impianti di desalinizzazione, con il supporto logistico di Cogat e il coordinamento con le Nazioni Unite. Tuttavia, fonti umanitarie parlano di bombardamenti che hanno colpito anche tende di sfollati nei pressi delle aree designate come sicure. Secondo Al Jazeera, solo ieri i raid israeliani hanno causato 41 morti nella Striscia, 25 dei quali a Gaza City. Tra le vittime risultano anche sei persone che si erano radunate per ricevere aiuti umanitari, oltre a due morti in un accampamento di tende ad al-Mawasi, all’interno della stessa zona indicata da Israele come rifugio.

Katz: “Si è aperto l’inferno a Gaza”

Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ribadito la linea dura del governo: “Quando la porta si apre, non si chiude. L’attività dell’Idf aumenterà finché gli assassini di Hamas non accetteranno le condizioni poste da Israele: il rilascio di tutti gli ostaggi e il disarmo”. Dal quartier generale militare emergono segnali di escalation: ospedali sovraffollati, quartieri rasi al suolo e una popolazione stremata, come denuncia Medici Senza Frontiere. “Le persone sono esauste, molti hanno già subito più sfollamenti”, ha dichiarato Stephane Dujarric, portavoce Onu, sottolineando che “la carestia è ormai confermata” nel nord della Striscia.

Trump: “Se Hamas non libera gli ostaggi, sarà brutta”

Dagli Stati Uniti arriva la pressione del presidente Donald Trump, che ha lanciato un avvertimento diretto a Hamas: “Se non liberano tutti gli ostaggi, se la vedranno brutta”. Pur ribadendo che la decisione finale spetta a Israele, Trump ha fatto intendere che i negoziati sono “in fase avanzata”, aggiungendo che alcuni dei venti ostaggi ancora ritenuti in vita “potrebbero essere morti di recente”. Le parole del presidente si inseriscono in un contesto di polemica interna israeliana. Secondo rivelazioni dei media, l’ex capo di stato maggiore Herzi Halevi avrebbe tentato lo scorso anno di convincere Netanyahu ad accettare un accordo globale per la liberazione di tutti gli ostaggi prima dell’offensiva di Rafah, ma il premier rifiutò, giudicando l’intesa una “sconfitta”.

Tensioni in Cisgiordania e proteste internazionali

Mentre Gaza brucia, la violenza si allarga alla Cisgiordania. Nel villaggio di Khallet A-Daba, coloni israeliani hanno attaccato i residenti palestinesi con bastoni e spray al peperoncino. Video diffusi da attivisti mostrano un anziano e una donna feriti, e un bambino insanguinato portato in braccio dall’attivista Basel Adra, che parla di nove persone ricoverate in ospedale. Sul piano diplomatico resta sospeso il nodo della partecipazione palestinese all’Assemblea generale Onu, che si aprirà a New York tra due settimane. Finora, Washington non ha concesso i visti ai rappresentanti di Ramallah, incluso il presidente Mahmoud Abbas. “Siamo in contatto con il Dipartimento di Stato e speriamo in un ritiro della decisione”, ha detto Dujarric, ricordando che gli Stati Uniti, in quanto Paese ospitante, hanno l’obbligo legale di garantire l’accesso a tutti i delegati. Intanto, migliaia di persone sono scese in piazza a Londra per manifestare a sostegno dei palestinesi, nel momento in cui le autorità israeliane moltiplicano gli avvisi di evacuazione in vista di una nuova fase dell’assalto a Gaza City.

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