Con 331 voti favorevoli su 492, il parlamento thailandese ha eletto Anutin Charnvirakul nuovo Primo Ministro, chiudendo una delle crisi politiche più turbolente degli ultimi anni. Imprenditore immobiliare, leader del partito conservatore Bhumjaithai e figura controversa, Anutin è noto per due tratti distintivi: il suo ruolo centrale nella legalizzazione della cannabis e la passione dichiarata per il karaoke, spesso esibita in eventi pubblici. A 58 anni, Anutin eredita un Paese diviso, reduce dalla destituzione della premier Paetongtarn Shinawatra, figlia dell’ex leader Thaksin, rimossa dalla Corte Costituzionale per violazione degli standard etici. La sua elezione è stata possibile grazie a un accordo con il Partito del Popolo, principale forza d’opposizione, che ha chiesto nuove elezioni entro quattro mesi e l’avvio della riscrittura della costituzione del 2017, redatta sotto il governo militare. Conservatore in politica estera e fedele alla monarchia, Anutin ha saputo costruire un profilo trasversale: da ministro della Salute ha guidato la depenalizzazione della cannabis nel 2022, trasformando la Thailandia nel primo Paese asiatico a liberalizzarne l’uso medico e domestico. Una mossa che ha rafforzato il turismo e l’economia locale, ma ha anche sollevato critiche da parte dei settori più tradizionalisti. La sua immagine pubblica, spesso informale e ironica, ha contribuito a renderlo popolare tra i giovani. Video in cui canta brani pop thailandesi al karaoke sono diventati virali, alimentando un culto mediatico che ha superato i confini della politica. Ma dietro il sorriso, Anutin dovrà affrontare sfide complesse: una società polarizzata, pressioni internazionali e la necessità di riforme istituzionali profonde. La sua ascesa segna l’ennesimo capitolo di una politica thailandese dominata da clan, colpi di stato e alleanze mutevoli.
