Dopo gli ottimi risultati della prima parte della stagione, il turismo in Toscana mostra segnali di rallentamento. Secondo l’indagine del Centro Studi Turistici di Firenze per Toscana Promozione Turistica, a luglio e nei primi giorni di agosto si è registrata una flessione dello 0,4%, contenuta però dal consolidamento della domanda straniera e dalla ripresa post-ferragostana.A soffrire è soprattutto la domanda interna, con soggiorni più brevi, minori spese per servizi aggiuntivi e un impatto diretto su stabilimenti balneari e ristorazione. Il 38% degli operatori intervistati ha segnalato un calo della clientela italiana (-1,8%), mentre il 34,6% ha registrato una crescita della
Tra i mercati in espansione spiccano Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Scandinavia, Ungheria, Spagna, Svizzera, Belgio e Regno Unito. In aumento anche le presenze da Brasile, Cina, Paesi Bassi e Corea del Sud. In calo invece arrivi da Austria, Germania, Stati Uniti, Giappone, India, Canada e Australia.
Differenze territoriali e settoriali
Le strutture alberghiere hanno chiuso con un lieve incremento (+0,4%), mentre le extralberghiere hanno segnato una flessione (-0,8%). In difficoltà le località costiere (-1,2%), penalizzate quasi esclusivamente dal calo degli italiani (-2,9%), e i centri d’arte (-0,5%). In crescita invece le aree di campagna e collina (+1,8%), la montagna (+1,5%), le località termali (+1,4%) e quelle a “altro interesse” (+1,5%).
Le prenotazioni per settembre appaiono in leggero ritardo rispetto allo scorso anno (-1,4%), con andamenti migliori per città e centri d’arte e più incerti per le altre destinazioni. Molto dipenderà dall’andamento del meteo e dalle scelte last minute.
Regione: puntare su qualità e destagionalizzazione
Guardando all’ultimo trimestre del 2025, prevale l’incertezza: solo il 5,9% delle imprese prevede un aumento della domanda, mentre il 32,5% teme una flessione ulteriore. Il Presidente della Regione Toscana e l’assessore al turismo hanno sottolineato che, nonostante il rallentamento, il comparto ha retto. La crescita del turismo straniero resta il principale motore del settore, mentre il cambiamento delle abitudini degli italiani – con vacanze più brevi e spese ridotte – rende necessario puntare su diversificazione dell’offerta e destagionalizzazione.