Si avverte, ancora oggi, la necessità di leggere gli scritti di Giovanni Passannante, ma soprattutto la loro interpretazione, soffermandosi anche su Cesare Lombroso, sulla perizia e sulla presunta pazzia di Passannante, per delineare gli spunti di una vera e propria pedagogia politica. Una scelta che consente di confutare l’interpretazione dei suoi scritti, fino ad ora offerta dalla storiografia, tracciando un «viaggio della scrittura», che consenta di accedere ad una “riflessione”, in grado di «tessere un possibile intreccio tra nostalgia e sogno, cornice e panorama, realtà e progetto», attraverso un’attenta lettura dei suoi scritti.
A tal riguardo sono significative le pagine de «Il Parlamento italiano», di cui il mio bisnonno Matteo Maria Melillo fu Direttore.
Lo evidenzierò il 12 settembre, con una mia relazione, in occasione del convegno dell’«Associazione Italiana di Storia del pensiero politico», che avrà luogo presso l’Università degli Studi di Parma.