L’Italia e il mondo piangono Giorgio Armani, scomparso oggi all’età di 91 anni. Stilista, imprenditore, innovatore e simbolo assoluto dell’eleganza italiana, Armani ha lasciato un segno indelebile nella moda, nel design e nella cultura contemporanea.
Nato a Piacenza nel 1934, partì dal basso, come commesso alla Rinascente di Milano, per poi diventare uno dei più grandi creatori di moda della storia. Nel 1975 fondò la sua maison insieme a Sergio Galeotti, portando lo stile italiano sulle passerelle internazionali e consacrando Milano come capitale mondiale della moda. La sua cifra stilistica, sobria e innovativa, ha trasformato la giacca destrutturata, il tailleur e il celebre “blu Armani” in icone universali.
Le reazioni del mondo politico e culturale
Il cordoglio è unanime. Francesca Caruso, assessore alla Cultura di Regione Lombardia, lo ha definito “un protagonista assoluto della moda e della creatività italiana” che “ha reso Milano capitale mondiale dello stile”.
Per il ministro Adolfo Urso, Armani “ha incarnato l’eleganza italiana a livello mondiale, rendendo il Made in Italy un simbolo di eccellenza globale”. Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, lo ha celebrato come “il principe della moda italiana nel mondo” e ha proposto di istituire un premio a lui dedicato per i giovani talenti.
Antonio Tajani lo ha ricordato come “ambasciatore del Made in Italy”, mentre Matteo Salvini lo ha definito “un genio assoluto, un’eccellenza italiana ammirata in tutto il mondo”. Anche da sinistra sono arrivati omaggi: Francesco Boccia lo ha definito “simbolo dell’eleganza italiana e grande imprenditore”, Sandro Ruotolo “un gigante della cultura e dell’impresa”.
Un impero tra cinema, sport e design
Armani non fu solo stilista, ma visionario capace di legare la moda al cinema e allo sport. Vestì Richard Gere in American Gigolò, Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street, Jessica Chastain in 1981: Indagine a New York, e molte altre star internazionali. Nel mondo dello sport vestì campioni come Nadal, Beckham, Shevchenko, Paola Egonu e Sofia Goggia, oltre a guidare dal 2008 l’Olimpia Milano di basket.
Dal 2012 Armani è stato lo stilista ufficiale delle divise degli Azzurri alle Olimpiadi, e i suoi capi accompagneranno gli atleti anche a Milano Cortina 2026. La sua linea EA7 è oggi tra i brand sportivi più riconosciuti al mondo.
L’ultimo saluto
La camera ardente sarà allestita a Milano, presso l’Armani/Teatro, nelle giornate di sabato 6 e domenica 7 settembre, dalle 9 alle 18. I funerali si svolgeranno in forma privata.
L’eredità di “Re Giorgio”
Armani lascia un patrimonio immenso, fatto non solo di abiti, accessori, profumi e design, ma di uno stile che ha saputo raccontare l’Italia con sobrietà, eleganza e modernità. Come ha sottolineato il ministro della Cultura Alessandro Giuli, “ha trasformato l’eleganza in un linguaggio universale”.