Ieri il Belgio ha annunciato che riconoscerà ufficialmente lo Stato di Palestina durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite di settembre. La decisione, resa nota dal ministro degli Esteri Maxime Prévot, sarà accompagnata da sanzioni contro il governo israeliano.
Bruxelles si unisce così a Francia e Regno Unito, che hanno già annunciato un passo simile in vista della sessione Onu del 9-23 settembre. L’Autorità nazionale palestinese ha accolto la notizia come “un atto conforme al diritto internazionale e alle risoluzioni Onu”, invitando altri Paesi ad aderire e a fermare “crimini di genocidio, sfollamento e annessione”. Durissima la reazione di Israele. Il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha avvertito che gli Stati europei “sperimenteranno il terrorismo in prima persona” se continueranno a “premiare Hamas”.
Sul piano politico interno, il premier Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione per discutere l’annessione di nuove aree della Cisgiordania come ritorsione al crescente sostegno internazionale alla causa palestinese. Intanto le forze israeliane hanno arrestato il sindaco di Hebron, Tayseer Abu Sneina, durante un raid nella sua abitazione. Non sono state rese note le ragioni dell’arresto, ma ieri la città era già stata posta sotto coprifuoco, con ingressi e uscite bloccati dalle Idf.
Parallelamente, in un villaggio vicino Ramallah sono stati notificati nuovi ordini di demolizione per abitazioni, caserme e terreni agricoli, mentre coloni israeliani hanno incendiato decine di ettari coltivati a ulivi, mandorli e viti nei dintorni di Sa’ir, a nord-est di Hebron.
Dagli Stati Uniti, il presidente Donald Trump ha ribadito il sostegno all’operazione militare contro Hamas, sostenendo che Israele “deve completare il lavoro a Gaza City”. Ma ha anche avvertito: “Israele può anche star vincendo la guerra sul terreno, ma sta perdendo quella dell’immagine”. In un’intervista al Daily Caller, Trump ha osservato che il potere della lobby israeliana a Washington non è più quello di un tempo e che “la gente si è dimenticata del 7 ottobre”.
Mobilitazione straordinaria: 60 mila riservisti
Sul fronte militare, Israele ha iniziato ieri a richiamare 60 mila riservisti, che andranno a rinforzare i fronti in vista dell’offensiva su Gaza City. Circa 40-50 mila soldati sono stati mobilitati subito, con altri richiami programmati tra fine 2025 e inizio 2026.
Inoltre, per 20 mila riservisti già in servizio il periodo di permanenza sarà esteso di oltre un mese. In totale, il numero di riservisti attivi salirà a circa 130 mila. L’esercito ha lanciato un avvertimento ai civili di Gaza: “Non avvicinatevi alla città, l’area costiera di al-Mawasi sarà il punto di riferimento per l’assistenza umanitaria”.
Gaza sotto assedio: bombardamenti e vittime
Nella notte tra lunedì e martedì, due raid israeliani hanno colpito Gaza City, causando la morte di 13 persone, dieci delle quali in un edificio residenziale. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, solo nelle ultime 24 ore 13 palestinesi, tra cui tre bambini, sono morti di fame e malnutrizione, portando il bilancio complessivo dall’inizio della guerra a 361 vittime per denutrizione.
L’Idf ha annunciato l’uccisione di decine di miliziani, compresi comandanti come Ahmad Abu Deif e Taleb Sidqi Taleb Abu Atiwi, ritenuti responsabili di attacchi contro Israele. L’aviazione ha colpito strutture a Shuja’iyya e Zeitoun usate da Hamas e Jihad islamica. Secondo il ministero della Sanità di Gaza, i morti palestinesi dal 7 ottobre 2023 sono 63.633, i feriti oltre 160 mila. Numeri impossibili da verificare in modo indipendente.
Diplomazia e tensioni regionali
Il Qatar ha riferito che Israele non ha ancora risposto alla proposta di tregua approvata da Hamas il 18 agosto. “Tel Aviv punta a un’escalation e all’occupazione di Gaza City”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri Majid al-Ansari.
Intanto, il presidente israeliano Isaac Herzog sarà giovedì in Vaticano per incontrare papa Leone XIV, in un colloquio dedicato al destino degli ostaggi e alla protezione delle comunità cristiane in Medio Oriente. Sul fronte regionale, Israele ha intercettato un drone lanciato dagli Houthi dallo Yemen, mentre dall’Iran arriva la notizia che i colloqui con l’Agenzia internazionale per l’energia atomica non hanno ancora prodotto risultati concreti.
Mobilitazioni in Italia: “Blocchiamo il porto di Venezia”
In Italia i Centri sociali del Nordest e il sindacato Adl Cobas hanno minacciato azioni dirette in caso di blocco della “Gaza Sumud Flotilla”. Dopo la mobilitazione dei portuali di Genova, gli attivisti veneziani hanno annunciato: “Se la Flotilla sarà fermata, bloccheremo il porto di Venezia. Trasformeremo lo sdegno in azione diretta e la solidarietà in disobbedienza”.