Il 25° vertice dell’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) ha segnato un punto di svolta nella geopolitica globale. Riuniti sotto il vessillo di un nuovo ordine internazionale, i leader di Cina, Russia, India, Iran, Turchia e altri Paesi del cosiddetto ‘Sud globale’ hanno lanciato un appello congiunto: “Chiediamo rispetto e uguaglianza”. Il messaggio, diretto all’Occidente, è chiaro: il mondo multipolare non è più un’ipotesi, ma una realtà in costruzione. Xi Jinping ha aperto i lavori con un discorso programmatico che ha delineato i pilastri della ‘Global Governance Initiative’: sovranità, multilateralismo, sviluppo condiviso e rifiuto dell’egemonismo. “La SCO deve essere una forza di stabilità in un mondo turbolento”, ha dichiarato il presidente cinese, proponendo prestiti e sovvenzioni per rafforzare la cooperazione regionale. Vladimir Putin, al suo primo viaggio fuori dalla Russia dopo mesi di isolamento diplomatico, ha rilanciato: “Mai così uniti. Serve un sistema di governance globale più equo, mentre alcuni Paesi continuano a esercitare pressioni sugli affari internazionali”. Il riferimento agli Stati Uniti e alla NATO è stato esplicito. Il leader russo ha anche difeso l’’operazione speciale’ in Ucraina, accusando l’Occidente di aver provocato il conflitto. Il vertice ha prodotto 24 documenti strategici, tra cui una dichiarazione congiunta che propone un modello alternativo all’ordine liberale occidentale. Modi, Erdogan e Pezeshkian hanno sottolineato la necessità di una cooperazione pragmatica, mentre Xi ha incontrato bilaterali con Lukashenko e Kim Jong-un, rafforzando l’asse orientale. La SCO, che rappresenta oltre il 40% della popolazione mondiale, si propone ora come catalizzatore di una nuova era diplomatica. L’Occidente osserva, ma il messaggio da Tianjin è inequivocabile: il mondo non è più unipolare.
