Una nuova e inquietante escalation nel conflitto yemenita ha visto i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, prendere di mira le agenzie delle Nazioni Unite operanti nel Paese, con un attacco che ha portato all’arresto di almeno un dipendente del Programma Alimentare Mondiale e dell-Unicef. L’episodio, avvenuto nelle province settentrionali sotto controllo Houthi, ha suscitato una forte condanna da parte della comunità internazionale. Secondo fonti Onu, gli Houthi hanno trattenuto almeno undici membri del personale delle Nazioni Unite, tra cui operatori umanitari impegnati in progetti di nutrizione infantile e distribuzione alimentare. Le circostanze dell’arresto restano poco chiare, ma l’Organizzazione Mayyun per i diritti umani ha denunciato una “pratica oppressiva e ricattatoria” volta a ottenere vantaggi politici ed economici. Il portavoce dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha espresso “profonda preoccupazione” per la sicurezza del personale detenuto, sottolineando che sono in corso sforzi diplomatici per ottenere il rilascio immediato e incondizionato. Anche organizzazioni come Save the Children e Care International hanno confermato la detenzione di propri collaboratori, senza fornire ulteriori dettagli per motivi di sicurezza. L’episodio si inserisce in un contesto già teso, aggravato dal coinvolgimento degli Houthi nella crisi del Mar Rosso e dal loro sostegno alla causa palestinese. L’attacco alle agenzie Onu rappresenta un duro colpo agli sforzi umanitari in un Paese dove oltre 20 milioni di persone dipendono dagli aiuti internazionali. La comunità internazionale osserva con crescente allarme: la neutralità umanitaria è sotto assedio, e lo Yemen rischia di diventare il teatro di una crisi diplomatica globale.
