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Gaza, ucciso portavoce di Hamas. Israele: “Nessuna possibilità di tregua”. Flotilla salpa da Barcellona

Netanyahu su Obeida: "Manca portavoce che dichiari la morte". Stop alle pause umanitarie, bloccata la distribuzione degli aiuti alla popolazione
lunedì, 1 Settembre 2025
2 minuti di lettura

La guerra in Medio Oriente continua a intensificarsi. Ieri almeno 76 palestinesi sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dai raid israeliani, secondo l’agenzia Wafa. Al Jazeera ha riferito che 19 delle vittime sarebbero morte mentre erano in fila per ricevere aiuti umanitari.

Nella stessa giornata, fonti mediche palestinesi hanno denunciato anche sette morti per fame, tra cui bambini, segnalando che i decessi legati alla malnutrizione dall’inizio del conflitto hanno raggiunto quota 339. Israele ha intensificato la strategia di decapitazione militare.

Hamas ha confermato l’uccisione di Mohamed Sinwar, leader delle Brigate Qassam a Gaza, avvenuta in un raid a maggio. Ieri, inoltre, diverse fonti palestinesi hanno riferito della presunta morte di Abu Obeida, storico portavoce militare del movimento islamista, colpito da un bombardamento dell’Idf in un appartamento nel quartiere Rimal di Gaza City. L’edificio era stato affittato pochi giorni prima dalla sua famiglia.

Secondo testimoni, nell’attacco sarebbero morti anche i suoi cari e altre persone in fila davanti a un panificio. Israele ha confermato di aver colpito “un esponente di rilievo” senza però diffonderne l’identità. Netanyahu, con tono sarcastico, ha commentato: «Forse Hamas non ha più un portavoce in grado di annunciare la morte di Obeida».

Il governo israeliano ha inoltre ribadito la linea dura: niente pause umanitarie né accordi parziali per il rilascio degli ostaggi. «Non c’è più la possibilità di un accordo temporaneo, solo un’intesa complessiva», ha dichiarato il ministro Miki Zohar. Nel frattempo, l’esercito prepara una nuova offensiva su Gaza City: secondo la Cnn, Israele sarebbe pronto a interrompere i lanci aerei di aiuti e a ridurre i camion umanitari in vista di un assalto su larga scala. La Croce Rossa ha definito “impossibili” i piani di evacuazione di massa.

Vittime civili e ostaggi

Secondo Wafa, nelle ultime ore l’artiglieria israeliana ha colpito tende di sfollati a nord di Khan Younis, causando la morte di un bambino. Altri civili sarebbero rimasti uccisi mentre attendevano aiuti nella zona di al-Teena. Netanyahu, intanto, ha parlato con le famiglie di due ostaggi israeliani i cui corpi sono stati recentemente recuperati a Gaza, elogiandone il coraggio e promettendo che lo Stato continuerà a riportare indietro «tutti gli ostaggi, vivi o morti».

Scontri estesi a Libano e Yemen

Il conflitto ha varcato i confini della Striscia. L’Idf ha annunciato ieri di aver ucciso con un raid a Sanaa il primo ministro del governo Houthi in Yemen, Ahmad Ghaleb al-Rahwi, insieme ad altri ufficiali del movimento filo-iraniano. In Libano meridionale, invece, l’aviazione israeliana ha colpito infrastrutture sotterranee di Hezbollah nell’area di Beaufort Ridge. Tel Aviv ha denunciato la violazione degli accordi di cessate il fuoco del 2024 e ha ribadito che «continuerà a operare per rimuovere ogni minaccia».

La Global Sumud Flotilla salpa da Barcellona

Sul fronte internazionale cresce la mobilitazione civile. Ieri pomeriggio, dal porto di Barcellona, è partita la Global Sumud Flotilla, la più imponente missione via mare per rompere il blocco su Gaza: una ventina di imbarcazioni hanno lasciato il Moll de la Fusta, tra slogan e manifestazioni di solidarietà. A bordo ci sono l’attivista Greta Thunberg, l’ex sindaca Ada Colau e delegazioni da 44 Paesi. Il 4 settembre la Flotilla si unirà a imbarcazioni in partenza da Tunisia, Grecia e Sicilia. Gli organizzatori parlano di “fermezza e resistenza” – il significato della parola araba sumud – e puntano a consegnare 300 tonnellate di aiuti.

La missione ha raccolto il sostegno di intellettuali e artisti, da Susan Sarandon a Mark Ruffalo, da Zerocalcare ad Alessandro Barbero. In Italia, ieri sera migliaia di persone hanno partecipato a una fiaccolata a Genova per salutare cinque navi dirette verso la Sicilia e unirsi al convoglio internazionale. «I nostri governi stanno fallendo, non fanno quello che dovrebbero per fermare questo genocidio», ha dichiarato Colau prima della partenza. «Per questo dobbiamo mobilitarci: è in gioco la vita dei palestinesi e il futuro dell’umanità».

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