L’Indonesia è attraversata da una delle più vaste ondate di proteste degli ultimi anni, innescata dalla tragica morte di Affan Kurniawan, un giovane tassista motociclista di 21 anni, investito da un veicolo blindato della polizia durante una manifestazione davanti al Parlamento di Giacarta il 28 agosto. La morte di Kurniawan, immortalata in un video diffuso sui social, ha scatenato un’ondata di indignazione popolare. Il ragazzo stava effettuando una consegna per un servizio di food delivery quando è stato travolto dal mezzo della Brigata Mobile della Polizia Nazionale. Da quel momento, le proteste si sono intensificate e diffuse in tutto il Paese, da Surabaya a Makassar, da Yogyakarta a Manokwari. A Makassar, l’incendio di un edificio governativo ha causato tre morti e diversi feriti. A Surabaya, manifestanti hanno assaltato l’ufficio del governatore. Le forze dell’ordine hanno risposto con lacrimogeni, cariche e arresti di massa: secondo Jakarta Legal Aid, almeno 600 persone sono state fermate. Da mesi, migliaia di cittadini protestano contro gli stipendi elevati dei parlamentari: un’indennità mensile di 50 milioni di rupie (circa 3.000 dollari), quasi dieci volte il salario minimo di Giacarta. In un contesto di inflazione crescente e tasse opprimenti, la disparità tra élite politica e popolazione ha alimentato un senso di ingiustizia profonda. Le piazze sono animate soprattutto da studenti e giovani lavoratori, che chiedono riforme strutturali e giustizia sociale. La morte di Kurniawan ha trasformato la protesta economica in una rivolta contro l’abuso di potere. Il presidente Prabowo Subianto, ex generale militare eletto nel 2024, dopo aver promesso stabilità e crescita economica, è accusato di non aver mantenuto le promesse. Ha ordinato un’indagine sull’incidente e ha espresso le sue condoglianze in diretta televisiva, ma le sue parole non sembrano placare la rabbia dei manifestanti.
Indonesia in fiamme: le proteste si estendono dopo la morte di un giovane tassista
