Alla fine sembra che l’accordo sul concorso per i precari della scuola sia stato raggiunto, seppur fra tanti malumori e incertezze. La maggioranza sembra essersi ricompattata, anche se al suo interno rimangono i distinguo.
L’ intesa è stata raggiunta con la presentazione di un emendamento che in pratica ha sintetizzato le varie posizioni in campo: è stato deciso di avviare la selezione del personale docente con tre annualità di servizio attraverso una prova scritta con quesiti a risposta aperta, quindi senza più le crocette che tante polemiche avevano scatenato. La prova potrà considerarsi superata con voto di sette decimi
I docenti che risulteranno idonei verranno inseriti in una graduatoria di merito, che terrà conto dei titoli culturali e di servizio. Le prove dovrebbero tenersi dopo l’estate, all’incirca nel mese di ottobre, con immissione in ruolo dei vincitori a decorrere dal 1 settembre 2021 ma con retrodatazione guridica di un anno. Oltre alle conoscenze didattiche, di metodo e sulle discipline di insegnamento, servirà la conoscenza dell’inglese.
I 2,16 milioni di euro necessari per le assunzioni saranno sottratti dal Fondo per il miglioramento dell’istruzione scolastica. Alla fine tutta la maggioranza si è ricompattata anche se c’è stato chi, come il dem Matteo Orfini, ha parlato senza mezze misure di “accordo al ribasso” chiedendo pubblicamente scusa ai precari.
Ora il premier Conte teme il voto dell’Aula e per questo il governo starebbe pensando di mettere il voto di fiducia sul Decreto scuola.
In attesa del concorso il testo prevede che nell’anno scolastico 2020/2021, 32.000 precari con tre anni di professione alle spalle vadano in cattedra a tempo determinato a partire dal primo settembre. Saranno scelti in base ad anzianità e titoli dalle graduatorie d’istituto.
Le graduatorie d’istituto verranno trasformate in provinciali, infatti la legge del 20 dicembre 2019, n 159 ha previsto la costituzione delle graduatorie provinciali per il conferimento delle supplenze annuali e delle supplenze temporanee sino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Verranno aggiornate tramite modalità informatica e saranno valide per il conferimento delle supplenze nel biennio 2020/21 e 2021/22.
La senatrice Luisa Angrisani del M5S dal suo profilo Facebook scrive: “Si è concluso in Commissione Istruzione un lavoro importante…Molte le misure approvate, da quelle per il recupero e l’integrazione degli apprendimenti, a quelle per il ritorno in sicurezza in vista della riapertura delle scuole. Particolare attenzione è stata inoltre dedicata agli alunni con disabilità e all’edilizia scolastica. Si tratta di impegni precisi e concreti che avevamo assunto davanti al mondo della scuola e che abbiamo mantenuto”.
Nel mondo dei precari tuttavia l’intesa raggiunta non incontra l’unanimità e le organizzazioni sindacali non hanno escluso forme di protesta per quello che definiscono un accordo che salva sicuramente la tenuta del governo ma non risolve le criticità del sistema scolastico.