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L’Ucraina celebra l’indipendenza tra nuove aperture diplomatiche e timori di stallo

Lavrov: "Putin vuole nuovi negoziati a Istanbul e ampliare delegazioni". Kellogg a Kiev per l'anniversario
lunedì, 25 Agosto 2025
2 minuti di lettura

Ieri l’Ucraina ha celebrato il 34° anniversario della sua indipendenza con cerimonie solenni e dichiarazioni che intrecciano memoria storica e attualità politica. Il presidente Volodymyr Zelensky, parlando nella Piazza dell’Indipendenza a Kiev, ha ribadito che “l’Ucraina non lascerà la sua terra agli occupanti” e che il futuro del Paese sarà deciso “solo dagli ucraini stessi, in libertà e con rispetto”. Davanti al monumento che indica le distanze da città oggi occupate dalla Russia – Donetsk, Luhansk, Crimea – Zelensky ha sottolineato il valore simbolico di quei nomi: “Un giorno la distanza tra gli ucraini scomparirà e saremo di nuovo un’unica famiglia, un unico Paese”. Ha ribadito la necessità di una “pace giusta” e ha definito “importante” la presenza futura di truppe straniere sul territorio ucraino, come garanzia di sicurezza dopo la guerra. Il presidente ha ringraziato i partner internazionali per il sostegno, citando in particolare il premier canadese Mark Carney, giunto a Kiev per l’occasione, e l’inviato speciale di Donald Trump, Keith Kellogg, al quale ha conferito l’Ordine al Merito ucraino. Sono giunti messaggi di vicinanza da numerosi leader, tra cui Ursula von der Leyen (“Un’Ucraina libera è un’Europa libera”) e Re Carlo III, che in una lettera ha elogiato “il coraggio incrollabile del popolo ucraino”.

Mosca: negoziati a Istanbul

Sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato che Vladimir Putin è pronto a riprendere i colloqui diretti con Kiev, “partendo dal formato già avviato a Istanbul”. Mosca propone di “elevare il livello delle delegazioni” e preparare con cura un eventuale vertice tra i due presidenti. Allo stesso tempo Lavrov ha accusato i Paesi occidentali di “cercare pretesti per bloccare i negoziati” e ha criticato Zelensky per la sua insistenza a un incontro “immediato e a tutti i costi”. Zelensky, dal canto suo, ha ribadito che “il formato dei colloqui tra i leader è la via più efficace”, pur denunciando le tattiche dilatorie del Cremlino. Secondo il presidente finlandese Alexander Stubb, la Russia punta a prolungare il conflitto almeno fino all’autunno per ottenere vantaggi territoriali prima di un eventuale cessate il fuoco.

Le posizioni di USA e Ue

Dagli Stati Uniti arrivano segnali contrastanti. Il vicepresidente JD Vance ha parlato di “concessioni significative” da parte della Russia nei colloqui con Trump in Alaska, per la prima volta dall’inizio della guerra: Mosca avrebbe riconosciuto che l’Ucraina manterrà la sua integrità territoriale e che non potrà esserci un “regime fantoccio” a Kiev. Dichiarazioni accolte con cautela a Kiev, che teme un cedimento occidentale sulla questione dei territori occupati. Intanto, il Wall Street Journal ha rivelato l’approvazione da parte dell’amministrazione Trump della vendita a Kiev di 3.350 missili SM-6 ERAM, con gittata fino a 450 km, per un valore complessivo di 850 milioni di dollari, in gran parte finanziati da Paesi europei. Questi sistemi d’arma possono colpire aerei, missili balistici e navi nemiche.Dall’Europa, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha annunciato un nuovo pacchetto di 4 miliardi di euro di aiuti a Kiev, sottolineando che l’Ue resterà al fianco dell’Ucraina “finché sarà necessario”. Anche la premier Giorgia Meloni ha rinviato il suo viaggio in Asia per seguire gli sviluppi del processo di pace.

Il fronte militare

Mentre la diplomazia arranca, sul campo la guerra non si ferma. Il ministero della Difesa russo ha rivendicato la conquista di due villaggi nel Donetsk, Sredneye e Kleban-Byk, lungo la direttrice di Kostyantynivka. Nella notte 49 droni russi hanno colpito varie regioni ucraine: 36 sono stati intercettati, ma 13 hanno raggiunto gli obiettivi a Donetsk, Dnipropetrovsk e Sumy. Kiev, dal canto suo, ha rivendicato un attacco con droni contro un impianto industriale nella città russa di Syzran, senza vittime. Sul fronte umanitario continua la sofferenza: dall’inizio della guerra migliaia di civili sono morti o feriti, e la linea del fronte resta instabile, ma le difese ucraine finora hanno tenuto.

Scambi di prigionieri e spiragli di dialogo

Nonostante tutto, piccoli segnali di dialogo resistono. Ieri Russia e Ucraina si sono scambiate 146 prigionieri ciascuna, grazie alla mediazione degli Emirati Arabi Uniti. Otto civili russi detenuti da Kiev sono stati riconsegnati a Mosca, in un raro gesto di cooperazione. È l’unico risultato concreto dei tre round di colloqui diretti svoltisi a Istanbul tra maggio e luglio.

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