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Renzi: “Con il bipolarismo inevitabili intese con M5S e Sinistra. La differenza la fanno i voti”

giovedì, 21 Agosto 2025
1 minuto di lettura

Nella sua ultima enews, Matteo Renzi prova a serrare le fila del fronte riformista. Il leader di Italia Viva ha risposto con toni diretti alle critiche ricevute da militanti e simpatizzanti per le possibili alleanze con la sinistra radicale e con il Movimento Cinque Stelle. “Ricevo email di persone con il mal di pancia per gli accordi che vengono fatti anche con la sinistra radicale e i Cinque Stelle. Voglio essere molto chiaro: se crediamo nel bipolarismo è evidente che ci si debba alleare con compagni di strada anche lontani dalle nostre idee”, ha scritto Renzi.
L’ex Premier ha sottolineato che la logica della contrapposizione politica impone compromessi: “Dall’altra parte, del resto, ci sono Vannacci, leghisti e complottisti vari No Vax lollobrigidiani: sono le regole del bipolarismo”.

Basta chiacchiere

Renzi riconosce il rischio di “annacquare il profilo riformista” ma indica la strada per evitarlo: “Il modo per non farsi annacquare è solo uno: prendere i voti. Gli equilibri della coalizione dipendono dai voti, non dalle chiacchiere”. Un appello chiaro anche alla base: “Se i Cinque Stelle e la sinistra radicale prendono il 10% e noi l’1%, il problema è nostro, non loro. In democrazia contano i voti. Meno tweet, più voti. Meno sfoghi, più impegno sul territorio”.
Renzi ha ricordato i risultati ottenuti in passato, citando l’esperienza di Genova dopo le regionali liguri, e ha rilanciato: “Adesso ci sono da fare due cose: eleggere consiglieri regionali decisivi e portare le idee dalla Leopolda al Paese. Chi vuole un centrosinistra riformista ci dia una mano. Chi abbandona il campo regala il Paese a Meloni, Salvini e Lollobrigida”.

La replica

A stretto giro è arrivata la replica del leader di Azione, Carlo Calenda, che sui social ha ricordato la linea distinta portata avanti dal suo partito: “Il Terzo Polo ha fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino e contro il reddito di cittadinanza. Caro Matteo, siamo in Parlamento perché gli elettori hanno votato questo programma, non quello della Taverna. Ad Azione tanto basta”.

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