Il Codacons lancia un duro attacco a Meta, chiedendo l’immediata chiusura del gruppo Facebook “Mia moglie”, che conta oltre 32.000 iscritti e nel quale vengono pubblicate, secondo l’associazione, foto private di donne inconsapevoli, accompagnate da commenti “violenti, sessisti e indegni”. “È semplicemente intollerabile che un simile gruppo possa prosperare su Facebook – denuncia il Codacons –. La sua permanenza rappresenta uno schiaffo a tutte le donne e alla società civile. Se Meta non interviene subito, si rende complice di una pornografia della sopraffazione”.
L’ultimatum a Meta
L’associazione dei consumatori chiede non solo la chiusura immediata del gruppo incriminato, ma anche:
la rimozione di tutte le pagine simili;
un monitoraggio costante contro la loro eventuale ricomparsa sotto altri nomi; un piano di controllo contro “le forme di sessismo tossico e violenza che infestano le piattaforme social”.
In caso di mancata azione, il Codacons annuncia che denuncerà Meta penalmente entro cinque giorni per “istigazione alla violenza e al femminicidio”.
“Cultura del branco e assenza di controlli”
Secondo l’associazione, la tolleranza di chat misogine e violente equivale a normalizzare la cultura del branco e della sottomissione, contribuendo a un clima che quotidianamente si traduce in discriminazioni, abusi e femminicidi.
Il Codacons sottolinea inoltre come da anni segnali la “totale assenza di controlli seri sull’accesso dei minori ai social network”. La richiesta è chiara: introdurre filtri stringenti per impedire ai minorenni di accedere a contenuti tossici e degradanti.
“È inaccettabile – conclude l’associazione – che ragazzini e adolescenti possano essere esposti a simili forme di violenza online. Lo abbiamo chiesto più volte, lo chiediamo oggi con ancora più forza”.