Una cittadina peruviana di 42 anni, identificata con le iniziali N.S., è stata arrestata all’aeroporto internazionale di Bali il 12 agosto, dopo essere arrivata da Doha. Le autorità indonesiane hanno scoperto 1,4 chilogrammi di cocaina nascosti in un sex toy e nella biancheria intima della donna, insospettite dal suo comportamento durante i controlli doganali. Secondo quanto riferito dalla polizia locale, la donna avrebbe anche trasportato diverse pillole di ecstasy. Durante l’interrogatorio, ha dichiarato di essere stata reclutata tramite il dark web da un uomo che le aveva promesso 20.000 dollari in cambio del trasporto della droga. L’arresto ha riacceso l’attenzione sulle severe leggi antidroga dell’Indonesia, tra le più rigide al mondo. La donna è ora formalmente accusata di traffico internazionale di stupefacenti, reato che nel Paese può comportare la pena capitale. Se condannata, potrebbe essere giustiziata tramite fucilazione, metodo ancora previsto dalla normativa vigente. Non è il primo caso del genere: solo lo scorso mese, una cittadina argentina è stata condannata a sette anni di carcere per aver introdotto 244 grammi di cocaina nascosti in modo simile. Decine di trafficanti stranieri si trovano attualmente nel braccio della morte in Indonesia, tra cui una nonna britannica coinvolta in un caso analogo. Il caso ha suscitato reazioni contrastanti tra attivisti e osservatori internazionali, che denunciano la sproporzione delle pene e chiedono maggiore attenzione alle dinamiche di sfruttamento dietro il traffico di droga. Intanto, la donna peruviana resta in custodia in attesa del processo, che potrebbe decidere il suo destino.
