Il traffico aereo canadese è paralizzato. Migliaia di passeggeri sono bloccati negli aeroporti di tutto il mondo mentre Air Canada, la principale compagnia del Paese, ha sospeso la maggior parte dei suoi voli a causa dello sciopero degli assistenti di volo, che prosegue nonostante l’ordine di rientro al lavoro imposto dal governo federale. La protesta, iniziata il 16 agosto, coinvolge oltre 10.000 membri del personale di cabina, che chiedono migliori condizioni salariali e il riconoscimento del lavoro svolto a terra, come l’imbarco e lo sbarco dei passeggeri, attualmente non retribuito. Il sindacato CUPE ha respinto l’offerta di Air Canada, che prevedeva un aumento del 38% in quattro anni, giudicandola insufficiente rispetto all’inflazione e alle disparità con altre categorie, come i piloti. Il governo canadese è intervenuto sabato con una misura d’urgenza, imponendo un arbitrato vincolante e ordinando il ritorno immediato al lavoro. Ma molti assistenti di volo hanno deciso di continuare la protesta, definendo l’intervento “una violazione del diritto di sciopero”. “Non possiamo lavorare gratis,” ha dichiarato Natasha Stea, presidente del sindacato locale. “Questa lotta è necessaria.” Air Canada ha cancellato oltre 1.200 voli in due giorni, lasciando a terra circa 130.000 passeggeri al giorno. La compagnia ha consigliato ai clienti di non recarsi in aeroporto se non volano con altre compagnie, mentre le divisioni regionali come Air Canada Jazz continuano a operare regolarmente. Il conflitto, che dura da otto mesi, rischia di avere ripercussioni anche sul turismo e sull’economia canadese. Il ministro del Lavoro Patty Hajdu ha dichiarato che “non è il momento di rischiare ulteriori danni”, ma il braccio di ferro tra governo, compagnia e sindacato sembra tutt’altro che risolto.
