Sarà il Teatro delle Vittorie di Roma, palcoscenico simbolo della sua carriera e delle storiche prime serate Rai, ad accogliere il feretro di Pippo Baudo per l’ultimo saluto dei telespettatori. La camera ardente aperta al pubblico, decisa dai vertici Rai insieme alla famiglia, sarà aperta oggi dalle 10 alle 20 e domani dalle 9 alle 12 (ieri una camera ardente riservata a parenti e amici stretti è stata allestita al Campus Biomedico di Roma, dove è venuto a mancare sabato sera). Una scelta che non è casuale: il Teatro delle Vittorie fu il luogo dove Baudo costruì parte del suo mito televisivo, dirigendo programmi che hanno segnato decenni di spettacolo e varietà. Poi la salma sarà trasferita in Sicilia, a Militello Val di Catania, la sua città d’origine, dove mercoledì 20 alle 16 si terranno i funerali nella Chiesa di Santa Maria della Stella. A presiedere la cerimonia sarà il Vescovo di Caltagirone, Monsignor Calogero Peri. Il Comune ha già annunciato il lutto cittadino, con bandiere a mezz’asta e una folla che si annuncia numerosissima.
“Era molto legato alla nostra comunità ed era un affetto reciproco”, ha ricordato il Sindaco Giovanni Burtone, sottolineando la semplicità del rapporto che Baudo manteneva con i concittadini: “Non si negava mai a nessuno: incontrava tutti, scambiava due chiacchiere, non aveva bisogno di servizi d’ordine. Per noi è stato un motivo di orgoglio”. Da ragazzo, proprio a Militello, aveva calcato il palco di un teatro parrocchiale. Una passione che non lo ha mai abbandonato e che, dopo la laurea in giurisprudenza, lo spinse verso la televisione, fino a diventare uno dei volti più popolari e influenti del piccolo schermo.
Le parole delle istituzioni
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo ha definito “protagonista e innovatore della televisione”, ricordandone “professionalità, cultura e straordinaria capacità di interpretare i gusti e le aspettative degli italiani”. Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di Baudo come di “uno dei più grandi protagonisti della storia della televisione italiana”, capace di regalare “momenti indimenticabili a intere generazioni”. Clemente Mastella lo ha ricordato con affetto: “È parte fondamentale della storia della tv italiana. Una persona eccezionale per umanità e capacità professionale. Politicamente fu testardamente democristiano, ma soprattutto amico vero”.
L’omaggio di colleghi e artisti
Dal mondo dello spettacolo sono arrivate testimonianze cariche di emozione. Roberto Benigni ha parlato di “momenti prodigiosi di gioia e allegria” vissuti insieme. Non è mancato l’omaggio ironico e affettuoso di Beppe Grillo: “Caro Pippo, ora che comparirai al Supremo cerca di non dire ‘l’ho scoperto io’”.
Dall’Apa (Associazione produttori Audiovisivi), il Presidente Chiara Sbarigia ha ricordato “un uomo di straordinaria cultura e visione, capace di innovare il linguaggio televisivo e di scoprire intere generazioni di talenti”.
Sessant’anni di carriera
In oltre sei decenni di attività, Baudo ha condotto 13 edizioni del ʼFestival di Sanremoʼ, più di chiunque altro, e programmi storici come ʼCanzonissimaʼ, ʼFantasticoʼ, ʼDomenica inʼ. Con la sua autorevolezza, unita a un’ironia sottile, ha incarnato la tv nazional-popolare, scoprendo e lanciando artisti come Lorella Cuccarini, Heather Parisi, Beppe Grillo, Andrea Bocelli. Era famoso per la frase “l’ho scoperto io”, che era insieme un vanto e una battuta ricorrente, simbolo del suo occhio da talent scout.Oggi il suo nome entra a pieno titolo nel pantheon dei grandi della televisione insieme a Mike Bongiorno, Corrado e Raffaella Carrà.