Donald Trump ha chiarito la sua posizione prima di salire sull’Air Force One diretto in Alaska per il bilaterale di questa sera: “Non sono qui per negoziare con Putin al posto dell’Ucraina. Il mio compito è portarli al tavolo”. Il Presidente ha precisato che l’obiettivo è garantire sicurezza a Kiev, ma “non sotto l’ombrello della Nato”, indicando nell’Europa il soggetto chiamato a guidare questo processo. Il volo presidenziale è decollato dalla base di Andrews con destinazione Anchorage, dove in serata Trump incontrerà Vladimir Putin nella base americana alla periferia della città. L’agenda diffusa dalla Casa Bianca prevede un faccia a faccia iniziale con i soli interpreti, seguito da un allargamento alle delegazioni. Non è esclusa una conferenza stampa finale, anche se al momento non è confermata.
La squadra statunitense conta 16 membri, tra cui il Segretario di Stato Marco Rubio, il Titolare del Tesoro Scott Bessent, il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il Direttore della Cia John Ratcliffe e la Capo di gabinetto Susie Wiles. “Posta in gioco alta” aveva scritto Trump poche ore prima della partenza sul suo social Truth, lasciando intendere la portata delle questioni sul tavolo. Fonti della Casa Bianca, citate dalla Cnn, assicurano che “tutte le opzioni restano aperte”, compresa quella di interrompere l’incontro se il Presidente dovesse ritenere Putin non realmente intenzionato a un accordo. Ma a Washington prevale un “cauto ottimismo” sulla possibilità di un risultato concreto.
La parte russa
Intanto, da parte russa il Ministro degli Esteri Sergei Lavrov ha attirato l’attenzione presentandosi in Alaska con una felpa rossa recante la scritta “CCCP” in caratteri cirillici, un simbolo della vecchia Unione Sovietica che ha evocato i tempi della Guerra Fredda. “La nostra posizione è chiara e sarà ribadita ad Anchorage”, ha detto Lavrov, sottolineando che molto del lavoro preparatorio è già stato svolto durante le missioni dell’inviato speciale americano Steve Witkoff.