Nessun Governo, almeno negli ultimi quindici anni, si è mai impegnato così tanto, come quello Meloni, per rivoluzionare, rinforzare e trasformare la Pubblica Amministrazione italiana. Moltissime le riforme che l’hanno coinvolta negli ultimi mesi, dall’aumento degli stipendi per statali e ministeriali all’avvio della parificazione giuridica ed economica tra fu8nzioni locali e centrali, passando per la trasformazione della carriera dirigenziale.
Un piano straordinario per rafforzare la macchina dello Stato
Con un decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri, su iniziativa del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, in concerto con il titolare del MEF Giancarlo Giorgetti, prende forma una delle più imponenti operazioni di reclutamento del personale degli ultimi anni: 9.300 assunzioni a tempo indeterminato, per un investimento complessivo di circa 300 milioni di euro. Una misura attesa da tempo, che coinvolgerà ben 33 amministrazioni centrali, enti pubblici, agenzie e parchi nazionali, puntando a colmare carenze croniche di organico e migliorare la qualità dei servizi erogati a cittadini e imprese. “È un risultato significativo che affronta l’arretrato e rende più efficace la macchina amministrativa“, ha dichiarato il ministro Zangrillo, sottolineando la discontinuità rispetto alle politiche dei governi precedenti.
I numeri dell’intervento e i profili richiesti
Il provvedimento non si limita a indicare il numero complessivo di posti: dettaglia per ciascuna amministrazione le figure professionali richieste, i costi annui e i profili contrattuali. Si va dai funzionari amministrativi ai medici INPS, dai tecnici specializzati ai magistrati del TAR, passando per dirigenti ed elevate professionalità. Tra gli enti maggiormente interessati: Ministero della Difesa (2.424 assunzioni), INPS (1.305), Agenzia delle Entrate (1.272), Ministero dell’Interno (oltre 1.600 tra il 2025 e il 2027). Una clausola chiave del decreto impone che l’avvio dei nuovi concorsi o lo scorrimento delle graduatorie sia subordinato all’assunzione dei vincitori già presenti nelle graduatorie vigenti. Inoltre, il testo chiarisce che le facoltà assunzionali pregresse si considerano esercitate con la pubblicazione dei relativi bandi.
Una PA più attrattiva e moderna
Il piano di assunzioni si inserisce in un disegno più ampio di riforma della Pubblica Amministrazione, già tracciato con il Decreto PA e il disegno di legge sul merito. Oltre 22.000 concorsi banditi in un anno, 350.000 posizioni offerte e oltre un milione di candidature sono i segnali di un cambiamento in atto. Con l’introduzione di percorsi di carriera più chiari, investimenti nella formazione (30 ore medie per dipendente) e valorizzazione dei giovani provenienti dagli ITS, l’obiettivo è rendere la PA competitiva sul mercato del lavoro. “Vogliamo un’organizzazione moderna, capace di attrarre talenti e motivare le persone a dare il meglio”, ha concluso Zangrillo, rilanciando la visione di una pubblica amministrazione non solo efficiente, ma anche protagonista dello sviluppo del Paese.