L’amore, i giovani e le “dating app”. La Gen Z più attenta alla compatibilità e al poco stress

L’amore, in un modo o nell’altro, fa parte della vita di ogni essere umano, sia che si tratti di relazioni semplici sia complesse. Ma rispetto a come venivano concepiti i rapporti sentimentali 60 anni fa, i giovani d’oggi ne hanno una visione diversa. Negli ultimi anni le “dating app” sono state uno degli strumenti principali attraverso il quale le persone hanno intrapreso delle relazioni. I più piccoli le utilizzano sempre meno, ma soprattutto lo fanno per cercare avventure di una sera
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Le nuove generazioni, a partire dai più giovani della Gen Z, sono cresciute davanti a uno schermo e hanno, per questo, avuto un accesso veloce e semplice a qualsiasi cosa: oggetti, notizie, storie, culture e opinioni differenti. Internet e i social media hanno contribuito inevitabilmente anche alla formazione dell’identità di questi stessi giovani: i modi di dire, di fare, i gusti e le opinioni vengono quotidianamente influenzati da quello che si vede sui social e sul web, modificando di conseguenza anche il modo di creare relazioni con gli altri.

Le App di dating per i giovanissimi

Per esempio Internet ha portato le app di incontri, che hanno trasformato i primi approcci tra due persone, rendendoli, perlomeno in un primo momento, più freddi. Non si può certo escludere che dagli incontri online possano nascere, e siano di fatto nate, anche relazioni stabili, durature e felici, ma di certo così è venuta meno l’unicità di conoscersi nella vita reale, semplicemente girando con gli amici tra i locali, andando al cinema o all’università.

Fortunatamente, però, negli ultimi anni, la propensione ad usarli per incontrare il partner di una vita o di una sera si sta affievolendo tra i più giovani, tant’è che sempre meno ragazzi ricorrono a queste “dating app”.

Secondo un sondaggio dell’Osservatorio di San Valentino del portale Skuola.net, che ha coinvolto 2.500 ragazze e ragazzi tra i 14 e 25 anni, nel nostro Paese i giovani stanno abbandonando le conoscenze online, perlomeno per quanto riguarda quelle che possano dar vita a storie d’amore durature e stabili. Alla base di questa inversione di rotta c’è la convinzione di un giovane su due che siano poco utili per trovare l’amore, mentre uno su tre le considera addirittura pericolose.

I rischi degli incontri on line

Sembrerebbe, dunque, che si sia tornati a preferire di conoscere persone a scuola, all’università e nei luoghi dove si passa il proprio tempo libero, anche se un terzo dei maschi ancora si affida alle applicazioni, ma più che altro per avventure o semplici amicizie. Infatti, il 32% ne fa un uso quotidiano, ma il 57% pensa che siano adatte solo per incontri brevi.

Le ragazze sono invece più diffidenti al riguardo, infatti il 33% non le frequenta per paura. In generale, il 30% dei giovani presi in esame ha raccontato di essere rimasto deluso, poiché la persona frequentata era diversa da come si presentava online e addirittura il 42% rivela di aver vissuto situazioni al limite.

Una diffidenza che nasce anche dal fatto che dopo o durante gli appuntamenti con persone conosciute attraverso Internet, molti siano rimasti vittime di molestie o stalking (il 15% delle ragazze e il 12% dei ragazzi). Ed è per questo si preferisce ricorrere alle app solo per fare conoscenze piuttosto che per selezionare qualcuno con cui avere una relazione amorosa. Lo rileva il sito “Happn”, l’app di dating che si concentra sulle connessioni basate sulla prossimità geografica, secondo il quale il 21% della Gen Z ne fa un uso solo per costruire amicizie.

La compatibilità è tutto

Indipendentemente da come si fanno nuove conoscenze, i giovani sono diventati più consapevoli e attenti a tutto quello che li circonda. Per molti, oggi, prima di instaurare una relazione o anche una frequentazione si devono conoscere le preferenze politiche, sessuali, i gusti, i sogni, ma anche aspetti più pragmatici, come il lavoro e il salario. Insomma, è necessario essere compatibili. “Happn” ha reso noto che il 90% della Gen Z deve essere allineata sui temi sopra citati prima di uscire con qualcuno.

L’85% considera accettabile scoprire così tanto nei primi stadi di una relazione, tanto che il 18% afferma che è disposto a porre queste domande ancora prima di uscire insieme, mentre il 20% considera normale parlare di tali questioni al primo incontro, in modo tale da conoscere la persona prima che le cose diventino più serie.

Tutto questo risulta molto diverso dalle generazioni precedenti; infatti, solo il 6% della Gen X parlerebbe di questi temi prima dell’appuntamento e solo il 13% lo ritiene un argomento appropriato per la prima conoscenza. Mentre tra i Baby Boomers le cifre scendono rispettivamente al 2% e al 7%.

L’incertezza del futuro rende i giovani più pragmatici

Un atteggiamento che a un primo sguardo potrebbe sembrare freddo e troppo materialista, ma che in fin dei conti racconta bene lo spaccato di una società in cui i giovani sembrano essere sempre più realistici, attanagliati dall’ansia di un futuro incerto, fatto di guerre e crisi economiche.

Da qui la ricerca di un partner che possa garantire loro un equilibrio per vivere serenamente, senza doversi sacrificare troppo per l’altro, perché questo aggiungerebbe stress e ansia all’attuale situazione. Questo, però, non significa che l’amore sia morto e che le nuove generazioni non lo ricerchino più, ma piuttosto dimostra il grado di consapevolezza che ora possiedono e il modo in cui guardano il mondo e il loro futuro.

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