Sei soldati dell’esercito libanese sono morti in circostanze ancora poco chiare a seguito di una violenta esplosione avvenuta nel distretto di Nabatiyeh, nel sud del Libano. L’incidente, avvenuto nelle prime ore del pomeriggio, ha coinvolto un veicolo militare in transito nei pressi del villaggio di Braiqaa, zona già teatro di tensioni tra Hezbollah e le forze israeliane. Secondo le prime ricostruzioni, l’esplosione sarebbe stata causata da un ordigno collocato lungo la strada, ma non si esclude la possibilità di un attacco mirato. Le autorità libanesi hanno avviato un’indagine per chiarire la dinamica e l’origine dell’esplosivo. Testimoni locali parlano di un boato seguito da fiamme altissime e di un’immediata mobilitazione di ambulanze e forze di sicurezza. L’episodio si inserisce in un contesto già estremamente instabile. Negli ultimi mesi, il sud del Libano è stato colpito da numerosi raid israeliani contro postazioni di Hezbollah, con il gruppo sciita che ha risposto intensificando la propria presenza militare nella regione. Proprio ieri, l’esercito israeliano ha rivendicato l’uccisione di due alti ufficiali di Hezbollah in un bombardamento mirato. La morte dei sei soldati rischia di aggravare ulteriormente le tensioni. Il governo libanese ha condannato l’attacco e ha chiesto il rispetto della sovranità nazionale, mentre l’ONU ha espresso preoccupazione per l’escalation e ha invitato tutte le parti alla moderazione. In un paese già provato da crisi economica e instabilità politica, l’esplosione di Braiqaa rappresenta un nuovo colpo alla sicurezza interna. Per molti libanesi, il timore è che il confine meridionale possa trasformarsi ancora una volta in un fronte aperto di guerra.
