Di fronte alle disuguaglianze tra i record positivi della finanza e la crisi di imprese e famiglie, serve una nuova strategia di sinergia sociale e di sostegni allo sviluppo
Come dare più sostegni economici e sgravi fiscali alle piccole imprese, alle famiglie a chi assume e produce? È un interrogativo che oggi va posto dal momento che l’economia finanziaria macina record con le Borse, che concludono scambi brillanti e remunerativi, nonostante i dazi e le tensioni geopolitiche, questioni che invece pesano sulle economie reali. Piazza Affari venerdì ha chiuso con un +4,2%, toccando i massimi da luglio 2007. Così come per gli investitori che hanno puntato sull’oro. Al contrario la situazione dell’economia fatta da imprese, lavoratori artigiani, aziende agricole, partite Iva, è oggettivamente scoraggiante, come segnalano in coro tutte le Associazioni di categoria che chiedono alla politica, al Parlamento e al Governo una maggiore attenzione alla loro tenuta che rischia di innescare una crisi, che, come segnala la Confcommercio “vede” una possibile recessione già da questo autunno.
Economia finanziaria e quella reale
Siamo quindi in bilico tra crescita finanziaria e decrescita dell’economia reale, in mezzo ci sono le banche che in questi anni hanno rafforzato i loro bilanci segnando utili, – anche questi da record – ma, nel contempo hanno ridotto personale, tagliato servizi agli utenti con la chiusura di numerosi sportelli nel territorio. Le banche spingono alla digitalizzazione di ogni operazione, ma ai cittadini oltre ad non avere un dialogo con un operatore in carne ed ossa, restano i potenziali rischi di cybersicurezza.
Casse di Risparmio, nuovo ruolo per sostenere chi produce
Se una volta c’erano le Casse di Risparmio che per statuto e missione svolgevano una benefica azione socio economica nelle realtà locali dove erano inserite, incentivando opere e sviluppo di welfare e produttività, oggi questo modello virtuoso appare tramontato ma può essere, a nostro giudizio, ripreso e potenziato. Come nel passato le Casse di Risparmio possono ridurre squilibri finanziari, ridare una spinta propulsiva alle imprese, ai lavoratori e alle famiglie. Possono unire la società e l’economia.
Redistribuire parte degli utili
Quello che è ora auspicabile è una redistribuzione di parte degli utili realizzati dalle banche, utili che possono essere reinvestiti per dare una mano alle imprese che assumono e guardano al futuro. Assegnare, ad esempio, incentivi per l’innovazione delle piccole attività, prevedere contributi a fondo perduto o concedere crediti agevolati per chi investe nel territorio. Servono mutui con tassi bassi, prestiti per attività produttive e microcredito.
Le imprese che beneficiano poi di migliori condizioni devono a loro volta favorire strumenti di partecipazione ai profitti per i lavoratori e migliorare il welfare aziendale.
Unire il Paese nella crescita
La scelta di una “ridistribuzione” della economia resta una via obbligata, bisogna favorire tra Associazioni e Governo una forte collaborazione, arrivare ad una sinergia per ridurre l’attuale asimmetria tra finanza ed economia reale. Le disuguaglianze altrimenti restano insostenibili, con il rischio di uno sfaldamento sociale irrecuperabile.
Serve una visione politica coraggiosa, capace di:
orientare la finanza verso l’economia produttiva. La politica ne tenga conto è lei che può aprire un confronto tra banche, imprese e famiglie. La società italiana ha dimostrato prove di maturità e impegno quando è stata messa nelle condizioni di fare un salto di qualità in modo corale. Più il Paese ha una visione unita del futuro, più è possibile ottenere risultati e utili per tutti.