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GIANNI BERENGO GARDIN FOTOGRAFO

È morto Gianni Berengo Gardin, lo sguardo in bianco e nero dell’Italia

giovedì, 7 Agosto 2025
1 minuto di lettura

Se n’è andato a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani del secondo Novecento, autore di un racconto visivo ininterrotto dell’Italia dagli anni Cinquanta a oggi. Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, Berengo Gardin ha attraversato oltre settant’anni di storia con l’inseparabile macchina fotografica Leica, documentando mutamenti sociali, paesaggi urbani e rurali, volti, architetture, fabbriche e vite quotidiane, sempre con uno stile sobrio, essenziale, rigorosamente in bianco e nero. Amato in patria e riconosciuto a livello internazionale, è stato spesso accostato a Henri Cartier-Bresson, con cui condivideva la poetica del “momento decisivo” e un profondo rispetto per la realtà. “La fotografia è una testimonianza, non un’interpretazione artistica”, amava ripetere. Un principio che ha guidato un’opera vastissima, raccolta in oltre 250 mostre e più di 100 libri.
Berengo Gardin ha lavorato per le maggiori testate e istituzioni culturali, ma anche per aziende illuminate come Olivetti, per cui ha firmato memorabili reportage sul lavoro operaio, l’organizzazione industriale, l’architettura. Ha raccontato con la stessa intensità la laguna di Venezia, i manicomi prima della legge Basaglia, i campi rom, le periferie italiane, i treni, i mercati, le fiere e le città in trasformazione.

Il cordoglio delle istituzioni

Alla notizia della scomparsa sono arrivati messaggi da tutto il Paese. “La Liguria perde non solo un artista di straordinaria levatura, ma un interprete raffinato dell’anima del nostro territorio”, ha dichiarato il Presidente della Regione Marco Bucci, ricordando come attraverso il suo obiettivo Berengo Gardin abbia “dato vita a reportage che hanno restituito l’identità profonda di intere generazioni”. Renato Brunetta, Presidente del Cnel, lo ha ricordato come “un caro amico e un maestro della fotografia italiana”, sottolineando come le sue immagini abbiano raccontato “la vita quotidiana con uno stile inconfondibile”.
Commosso anche il saluto del Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, città che fu per anni oggetto d’amore e studio: “Ha saputo raccontare la città con sguardo autentico e profondo, restituendone la bellezza e le eterne contraddizioni tra acqua, terra e cielo”.

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