0

Gaza, almeno 17 morti nei raid israeliani. Sale la tensione sul piano per l’occupazione della Striscia

giovedì, 7 Agosto 2025
2 minuti di lettura

È un’altra giornata di sangue nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce l’emittente del Qatar Al-Jazeera, citando fonti sanitarie locali, almeno 17 palestinesi sono stati uccisi dall’alba di oggi in diverse zone dell’enclave, colpite da raid israeliani. Gli attacchi hanno interessato il campo profughi di Al-Shati, il quartiere Sheikh Radwan nella parte nord di Gaza City, e Khan Younis, nel sud. Solo ieri, secondo le stesse fonti, erano 44 i palestinesi rimasti uccisi, 18 dei quali mentre attendevano aiuti umanitari. Dati impossibili da verificare in modo indipendente, ma che confermano l’aggravarsi della crisi umanitaria nell’enclave palestinese, devastata da mesi di guerra, fame e sfollamenti.
Il clima si fa sempre più teso anche in Israele, dove il primo ministro Benjamin Netanyahu preme per ottenere dal gabinetto politico-militare il via libera a un piano per l’occupazione completa della Striscia di Gaza, con l’obiettivo dichiarato di “neutralizzare Hamas” e fare pressione per il rilascio degli ostaggi ancora detenuti. Secondo fonti citate dall’emittente pubblica israeliana Kan, l’operazione – che dovrebbe durare 4-5 mesi – vedrebbe l’impiego delle Forze di difesa israeliane (Idf) nel centro dell’enclave e a Gaza City, zone finora non completamente battute dalle truppe. Ma la decisione rischia di spaccare il Paese.

“Una condanna a morte”

Non solo l’opposizione parlamentare, ma anche parte dell’esercito, dei servizi di sicurezza e ex alti ufficiali si dicono contrari al piano. Nelle ultime ore, oltre 600 tra ex generali, agenti del Mossad e dello Shin Bet, militari e politici hanno firmato una lettera aperta in cui si sostiene che “Hamas non rappresenta più una minaccia strategica per Israele” e che “tutto ciò che si poteva ottenere con la forza è già stato ottenuto”. In una nota, il movimento “Sinistra per Israele – Due Popoli, Due Stati” ha espresso la propria “radicale contrarietà” al piano. “Sfollamenti di massa, concentrazioni forzate di popolazione e attacchi prolungati – si legge nel comunicato – aggraverebbero ulteriormente la già tragica situazione umanitaria, con pesanti perdite civili da entrambe le parti”.
Anche i familiari degli ostaggi sono scesi in piazza, mercoledì sera, a Tel Aviv, in una manifestazione davanti al ministero della Difesa (la Kirya). I manifestanti, secondo i media locali, hanno chiesto di fermare l’espansione della guerra, temendo che i loro cari vengano uccisi nei bombardamenti. Durante il sit-in, si sono verificati scontri con la polizia, che ha rimosso con la forza Michel Illouz, padre di uno degli ostaggi, Guy. “La decisione di occupare Gaza sarebbe una condanna a morte per mio figlio”, ha dichiarato Danny Miran, padre di un altro ostaggio.

Msf denuncia “omicidi orchestrati” nei centri umanitari

Sul fronte umanitario, un durissimo rapporto è stato diffuso da Medici senza Frontiere (Msf). L’organizzazione denuncia che i centri alimentari della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), gestiti da contractors americani e collocati nel sud dell’enclave, sono diventati luoghi di morte, con episodi di “violenza mirata e indiscriminata” contro civili in fila per ricevere aiuti.
Tra il 7 giugno e il 24 luglio 2025, riferisce Msf, le cliniche di Al-Mawasi e Al-Attar hanno ricevuto 1.380 feriti e 28 morti, tra cui 71 bambini colpiti da armi da fuoco, 25 dei quali sotto i 15 anni. L’organizzazione chiede la chiusura immediata del meccanismo Ghf, il ripristino del coordinamento degli aiuti tramite le Nazioni Unite e la sospensione del sostegno internazionale alle operazioni logistiche attuali a Gaza. “Questo non è un aiuto – scrive Msf – ma un sistema mortale che sfrutta la fame e costringe le famiglie a mandare i propri figli adolescenti verso la morte per trovare cibo”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:

Potrebbero interessarti