È scomparso da cinque giorni Alec Luhn, 38 anni, uno dei più noti giornalisti ambientali al mondo. Luhn, collaboratore di testate come The Guardian, Scientific American e National Geographic, era in escursione solitaria nel parco nazionale di Folgefonna, nel sud-ovest della Norvegia, quando ha fatto perdere le sue tracce. Il reporter, in vacanza con la famiglia, si era allontanato il 31 luglio dal centro outdoor di Ullensvang, ai margini della terza calotta glaciale più estesa del Paese. Lunedì scorso non si è presentato all’aeroporto di Bergen per il volo di rientro, facendo scattare l’allarme. Da allora, le ricerche coinvolgono unità cinofile, droni, volontari della Croce Rossa e polizia locale, ma le condizioni meteo avverse stanno ostacolando le operazioni. Secondo le autorità, Luhn è un escursionista esperto, ben equipaggiato e in ottima forma fisica. Tuttavia, il parco di Folgefonna è noto per la sua natura estrema e imprevedibile, con crepacci nascosti, nebbie improvvise e temperature sotto lo zero anche in estate. La moglie del giornalista, Emmy Veronika Silchenko, anch’essa reporter, ha lanciato un appello sui social: “Chiunque abbia visto Alec o abbia informazioni, vi prego di contattare le autorità. Ogni minuto conta.” Luhn è borsista del Pulitzer Center Ocean Reporting Network e ha dedicato la sua carriera a raccontare gli effetti del cambiamento climatico, dalle inondazioni in Alaska alle crisi idriche in Somalia. La sua scomparsa ha scosso la comunità scientifica e giornalistica internazionale, che lo considera una voce autorevole e instancabile nella lotta per la sostenibilità. Il parco di Folgefonna, con i suoi 550 km² di ghiaccio, fiordi e cascate, è da oltre un secolo meta di avventurieri e ricercatori. Ma oggi, sotto il cielo grigio della Norvegia, è anche teatro di una corsa contro il tempo.