Bruxelles ha annunciato la sospensione per sei mesi delle contromisure commerciali contro gli Stati Uniti, congelando un pacchetto da 93 miliardi di euro che sarebbe dovuto entrare in vigore il 7 agosto. La decisione, maturata dopo l’intesa del 27 luglio tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, punta a favorire una dichiarazione congiunta e a evitare una nuova escalation nella guerra dei dazi. Washington ha già ridotto alcune tariffe al 15%, ma restano tensioni su settori strategici come l’automotive e l’aeronautica. Mentre l’UE cerca di consolidare il dialogo, la Svizzera si inserisce nel quadro con una mossa diplomatica audace. Il ministro dell’Economia elvetico ha dichiarato che Berna è pronta a presentare agli Stati Uniti una “offerta più allettante” rispetto a quella europea, con l’obiettivo di ottenere condizioni tariffarie vantaggiose per il proprio export. La proposta svizzera, ancora in fase di definizione, potrebbe includere incentivi fiscali e aperture nel settore farmaceutico e tecnologico. Sul fronte asiatico, Donald Trump ha lanciato un duro attacco all’India, accusandola di acquistare petrolio russo per poi rivenderlo sul mercato internazionale a prezzi maggiorati. “L’India non si preoccupa delle vittime in Ucraina,” ha scritto l’ex presidente su X, minacciando un aumento “considerevole” dei dazi sulle merci indiane. La Casa Bianca non ha commentato ufficialmente, ma fonti diplomatiche parlano di crescente irritazione per le triangolazioni energetiche di Nuova Delhi. Il quadro globale si fa sempre più complesso: tra tregue tattiche, offerte parallele e minacce bilaterali, il commercio internazionale resta ostaggio di equilibri geopolitici instabili. L’Europa, intanto, cerca di guadagnare tempo — ma il conto potrebbe arrivare presto.
