“Oggi mi è stato notificato il provvedimento del Tribunale dei Ministri per il caso AlMasri. La mia posizione è stata archiviata. Una decisione giunta dopo oltre sei mesi, ben oltre i termini stabiliti dalla legge. E accompagnata da indiscrezioni che non dovevano emergere”.
Così Giorgia Meloni rompe il silenzio sul caso che ha coinvolto l’intero vertice dell’esecutivo. Lo fa attraverso un lungo post sui social, con cui contesta duramente la logica sottesa al provvedimento giudiziario. Nel decreto, spiega il Premier, si legge che non sarebbe stata informata della scelta assunta e che, per questo motivo, non avrebbe rafforzato l’intento illecito attribuito agli altri membri del governo.
“È una tesi palesemente assurda”, afferma. E aggiunge: “Rivendico, al contrario, che ogni azione del Governo si fonda su una linea comune. Le decisioni più delicate si assumono in modo coordinato. Dunque, se si contesta qualcosa ai ministri Piantedosi, Nordio e al sottosegretario Mantovano, allora la mia esclusione è incoerente”.
Il Presidente del Consiglio annuncia inoltre che tornerà a parlare in Aula e che si presenterà al fianco dei tre esponenti del suo esecutivo nel giorno del voto sull’autorizzazione a procedere. “La bussola dell’intero intervento, dall’inizio, è stata una sola: tutelare l’interesse nazionale e garantire la sicurezza dei cittadini”.
Giunta in attesa degli atti
Nel frattempo dalla Giunta per le autorizzazioni della Camera fanno sapere che, ad oggi, “non è arrivato alcun incartamento relativo al dossier AlMasri”. Lo ha dichiarato il Presidente Devis Dori.
Tutt’altro il tenore dei commenti da parte delle forze di opposizione. Durissimo Angelo Bonelli (Avs): “È vergognoso che abbiate liberato uno stupratore e trafficante. Nessuna archiviazione potrà cancellare questa macchia”.
Riccardo Magi (Più Europa) rincara: “Meloni rivendica la liberazione di un criminale ricercato dalla Corte penale internazionale. È una pagina buia per lo Stato di diritto”.
Anche dal Centrodestra, però, non mancano reazioni. Il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi, definisce “incredibile” la separazione delle responsabilità all’interno dello stesso governo: “Una nuova prova di quanto la giustizia sembri voler interferire con l’azione politica”.
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, parla apertamente di “tesi surreale” e difende l’operato degli esponenti dell’Esecutivo coinvolti. “Si sostiene che il presidente del Consiglio fosse all’oscuro di una scelta così delicata, presa invece da tre autorevoli rappresentanti del governo. È semplicemente inverosimile. Hanno tutta la mia solidarietà. Continueremo a lavorare per il bene del Paese con ancora più forza”.