Secondo un devastante rapporto dell’UNICEF pubblicato ieri, oltre 18.000 bambini sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra, con una media agghiacciante di 28 vittime al giorno: “È come se ogni giorno scomparisse un’intera classe scolastica”, ha dichiarato Ted Chaiban, vicedirettore dell’agenzia ONU, appena rientrato da una missione di cinque giorni nella regione. Oltre 320.000 bambini sotto i cinque anni sono oggi a rischio di malnutrizione acuta. A Gaza città, la malnutrizione supera il 16,5%, una soglia che segnala l’inizio di una carestia. Nonostante siano pronti oltre 1.500 camion carichi di aiuti nei corridoi tra Egitto, Giordania, Ashdod e Turchia, solo 33 sono stati consegnati negli ultimi due giorni. Nella giornata di ieri, solo 73 camion umanitari sono riusciti a entrare a Gaza: un numero tragicamente inferiore ai 500-600 giornalieri stimati come necessari dalle Nazioni Unite. La maggior parte dei mezzi è stata saccheggiata prima della distribuzione. L’OMS ha annunciato l’imminente ingresso di un convoglio di medicinali, sottolineando l’urgenza assoluta di forniture sanitarie. Intanto, l’UNRWA denuncia i lanci aerei di aiuti come “costosi, pericolosi e inefficaci”, ribadendo la necessità di aprire i valichi terrestri. “Se c’è volontà politica per i lanci aerei, ci deve essere anche per aprire i confini”, ha scritto il direttore Lazzarini. Secondo l’ONU, almeno 1.373 palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano cibo, spesso colpiti dalle forze israeliane.Inoltre, secondo l’agenzia palestinese Wafa, ieri 21 civili sono stati uccisi nella Striscia di Gaza dal fuoco israeliano, tra cui 12 persone che cercavano disperatamente cibo e tre donne. Il bilancio complessivo del conflitto ha raggiunto almeno 60.332 morti tra i palestinesi, in maggioranza civili, secondo i dati del ministero della Salute di Hamas, ritenuti attendibili dalle Nazioni Unite.
Applausi per Witkoff
Intanto Steve Witkoff, inviato speciale del presidente Trump, è stato accolto da applausi ieri a Tel Aviv, in occasione della sua visita a Hostage Square, dove ha incontrato le famiglie degli ostaggi detenuti a Gaza. “La popolazione di Gaza vuole la riabilitazione della Striscia, la maggioranza vuole che gli ostaggi tornino a casa”, ha dichiarato Witkoff. Le famiglie hanno parlato di “secondo Olocausto”, denunciando le condizioni disumane dei propri cari. Lo stesso presidente Donald Trump, parlando ieri con i giornalisti prima di partire per il New Jersey, ha commentato positivamente le missioni del suo inviato, incentrate anche sul tema dei rifornimenti alimentari per Gaza. “Sta facendo un buon lavoro”, ha dichiarato.Parallelamente le Nazioni Unite si sono dissociate dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti contro i leader dell’Autorità Palestinese, accusati da Washington di sostenere il terrorismo. Il portavoce dell’ONU Farhan Haq ha difeso l’Autorità Palestinese come “rappresentante riconosciuto del popolo palestinese”.
Evacuati i diplomatici da Abu Dhabi
Aumentano le tensioni anche sul piano internazionale. Israele ha evacuato ieri tutto il personale diplomatico e le loro famiglie dalle missioni negli Emirati Arabi Uniti, per motivi di sicurezza. Le sedi riapriranno solo dopo il Tisha B’Av, festività ebraica. Anche alcune figure della comunità ebraica negli Emirati sono state trasferite.
Wadephul: “Situazione a Gaza insostenibile, Israele rischia isolamento”
Il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul ha dichiarato che la situazione a Gaza è “insostenibile” e che, se non migliorerà rapidamente, Israele rischia un ulteriore isolamento diplomatico. In visita a Tel Aviv, Wadephul ha chiesto un cessate il fuoco immediato e un accordo per il rilascio degli ostaggi. Anche il cancelliere tedesco Merz ha parlato di una crisi inaccettabile, dichiarando che la Germania valuterà eventuali sanzioni.
Tajani: “Serve uno Stato palestinese unificato”
Dal Magna Graecia Film Festival di Soverato, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha ribadito la disponibilità dell’Italia a riconoscere uno Stato palestinese, ma solo se Cisgiordania e Gaza verranno prima riunificate. Tajani ha proposto anche una missione ONU a guida araba per favorire questo processo, sottolineando che servono fatti e non proclami.
Segre: “Genocidio parola carica di odio, ma difficile non usarla”
Infine, la senatrice a vita Liliana Segre ha commentato le dichiarazioni dello scrittore israeliano David Grossman che aveva definito “genocidio” quanto sta accadendo a Gaza: “Per anni ho evitato questa parola. Ora, però, faccio fatica a non usarla anch’io”, ha dichiarato in un’intervista a La Repubblica. Un segnale della gravità crescente della situazione e della frattura morale che attraversa anche l’opinione pubblica israeliana.