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Italia in fumo: i dati del nuovo report di Legambiente

venerdì, 1 Agosto 2025
1 minuto di lettura



ROMA (ITALPRESS) – È allarme incendi in Italia. Nei primi sette mesi del 2025 sono stati registrati 653 roghi, che hanno bruciato oltre 30.000 ettari di territorio: un’area grande quanto 43.000 campi da calcio. A lanciare l’allarme è Legambiente, che ha diffuso il nuovo report “L’Italia in fumo”, accompagnato da un pacchetto di proposte per rafforzare prevenzione, controlli e coordinamento tra istituzioni. Secondo i dati rielaborati da Legambiente attraverso il sistema europeo EFFIS, la media è di 3 incendi al giorno, con oltre 47 ettari bruciati ogni volta. Il quadro più critico? Al Sud e nelle Isole, dove si concentra la maggior parte dei danni. Maglia nera alla Sicilia, con quasi 17.000 ettari bruciati in 248 roghi. Seguono Calabria, Puglia, Basilicata, Campania e Sardegna. Tra le regioni del Centro e Nord, spiccano Lazio e Provincia di Bolzano. La crisi climatica, l’abbandono del territorio e l’azione criminale aggravano la situazione. Solo nel 2024, secondo il rapporto Ecomafia, sono stati contestati oltre 3.200 reati legati agli incendi, in gran parte dolosi e nel 95% dei casi a carico di ignoti. “Non basta intervenire in emergenza – ha dichiarato Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente – serve una governance integrata che unisca prevenzione, monitoraggio e azione concreta. Bisogna rafforzare il presidio del territorio, promuovere i servizi ecosistemici e applicare con rigore le leggi per evitare speculazioni future sulle aree bruciate”. Drammatico anche il dato sulle aree naturali protette. Quasi 6.300 ettari andati in fumo in aree della rete Natura 2000. Il rogo più grave a Dualchi, in Sardegna: 439 ettari distrutti in un solo evento. E preoccupano i ritardi nei Piani Antincendio Boschivo: su 24 Parchi nazionali, solo 8 hanno un piano aggiornato e vigente. Le altre aree protette – incluse 67 Riserve statali – sono in gran parte ancora in attesa. Legambiente propone 12 azioni prioritarie, tra cui: migliore coordinamento istituzionale, gestione sostenibile del territorio, uso del pascolo per prevenzione, applicazione più severa delle norme e coinvolgimento diretto delle comunità locali.
mgg/gtr/col

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