La Corea del Sud si sta facendo notare per le apprezzabili produzioni televisive e le performance musicali della K-Pop, disvelando un mondo affascinante, a cavallo tra tradizione e modernità. Ma, come sempre, dietro le immagine patinate si nasconde in realtà una società piena di luce e ombre.
Se il capitalismo e le diseguaglianze economiche e sociali sono l’aspetto più comunemente noto, come è stato raccontato dal vincitore di numerosi Oscar Bong Joon-Ho, regista di “Parasite”, l’indebitamento, la diffusione del gioco d’azzardo, la condizione dei ragazzi costretti alla leva militare, la concezione ancora arretrata della figura femminile, il bullismo, la discriminazione verso chi appartiene a minoranze, sono elementi largamente presenti nel tessuto sociale di cui non sempre si parla.

Soprattutto grazie a Netflix il pubblico può godere di un’ampia scelta di film sudcoreani che escono dai canoni dei più conosciuti e sviluppati K-drama romantici per raccontare aspetti nascosti di una società, che solo a uno sguardo superficiale appare ultramoderna e tecnologica. Tra le serie più famose troviamo “Squid Game” e “Tomorrow”, tratta dall’omonimo fumetto del 2017 di Llama.
Il dramma dell’indebitamento e della scalata sociale
Il boom economico che il Paese ha vissuto dopo la Seconda Guerra Mondiale ha fatto sì che il divario tra ricchi e poveri aumentasse e l’indebitamento è forse il tema che emerge in maniera prepotente nella maggior parte delle produzioni. Ormai in Corea del Sud sempre più persone, soprattutto giovani, si indebitano perché non guadagnano abbastanza, non riescono a trovare lavoro, i prezzi delle case sono alle stelle e la pressione sociale è talmente forte che, per essere all’altezza degli standard imposti, si ricorre a tutto pur di avere successo. Non è un caso che sia uno dei mercati di criptovalute più diffuso, come riporta il New York Times. Si chiedono prestiti e ci si indebita per sperare di raggiungere livelli di benessere più elevati per colmare, anche se solo in minima parte, la distanza che separa i poveri dai ricchi. Ma anche i più anziani debbono fare i conti con questa realtà. Infatti, il 45,6% della popolazione tra i 66 e 75 anni vive in condizioni di povertà. Per comprendere la gravità della situazione basti considerare che l’indebitamento privato delle famiglie sudcoreane è più alto del PIL del Paese.
Il costosissimo mercato immobiliare

Il problema del mercato immobiliare e dei prezzi irraggiungibili è al centro del nuovo thriller “Wall to Wall”, con Kang Ha-neul, che è anche tra i protagonisti della seconda e terza stagione di “Squid Game”. Nonostante la storia raccontata si sviluppi attraverso una complessa trama, le tematiche di fondo sono le medesime, a dimostrazione di quanto e quali gravi problemi i cittadini sudcoreani debbano quotidianamente affrontare.
Il bullismo e la leva militare obbligatoria
Tra le tante serie sudcoreane che hanno riscosso negli ultimi anni molto successo troviamo anche “Weak Hero”, “The Glory” e “D.P.”, che in maniera brutale e violenta espongono altri aspetti nefasti della penisola del sud-est asiatico. “Weak Hero”, tratto dall’omonimo webtoon (fumetto online) realizzato da Seopass e Kim Jin-seok, racconta le vicende di un ragazzo adolescente e del suo gruppo di amici del liceo. Tutto gira intorno alla violenza adolescenziale e alla mancanza di figure adulte in grado di indirizzare questi ragazzi verso strade migliori. Una violenza che affonda le radici nel bullismo con cui devono fare i conti gli studenti considerati più “sfigati”.
Il bullismo è anche uno dei temi principali di “The Glory”, che, attraverso una storia di vendetta e di violenza, mostra quanto questo fenomeno sia una piaga sociale, crei traumi che segnano per tutta la vita.
La serie “D.P.”, tratta dal webtoon “D.P. Dog’s Day” di Kim Bo-tong, segue invece una squadra di polizia militare coreana che ha la missione di catturare i disertori, affrontando la questione della leva militare obbligatoria cui sono sottoposti tutti i ragazzi dai 18 ai 28 anni, per un periodo di tempo che va da 18 a 21 mesi. La serie interpretata da Jung Hae-in, uno dei più talentuosi e apprezzati giovani attori sudcoreani, sviscera le difficoltà che i ragazzi affrontano durante e dopo il servizio e l’elevata percentuale di disertori. Esistono, infatti, casi di ragazzi che hanno preferito disertare e scappare, piuttosto che continuare a vivere quella pressione insostenibile data dal non riuscire ad adattarsi all’ambiente, dalla violenza e dal bullismo cui molto spesso sono sottoposti durante la leva. Una pressione e uno stress che nei casi più gravi ed estremi porta al suicidio.
La figura della donna

Un discorso a parte va fatto per la visione delle donne nel Paese, perché in questo caso la finzione non è più aderente alla realtà, ma anzi la sublima. Ad oggi le serie tv mostrano figure femminili forti e al potere, quasi mai ritratte in ruoli inferiori agli uomini, sia dal punto di vista lavorativo e professionale sia personale e umano, come magari poteva essere in vecchie serie quali “She was pretty” o “What’s wrong with secretary Kim”. In drama come “Crash Landing on you”, “My Name” e “Tomorrow”, solo per citarne alcuni, sono rappresentate donne determinate, indipendenti, pronte a tutto per seguire i propri sogni e raggiungere i propri obiettivi, padrone della propria vita.
Ma tutto questo è molto lontano dalla realtà, perché ancora oggi in Corea del Sud le donne sono sottoposte a una pressione sociale e familiare e a delle aspettative che le vorrebbero molto spesso solo come mogli e madri, subendo anche forti discriminazioni salariali. Il gender pay gap è uno dei più ampi a livello mondiale e questo evidentemente porta ad interrogarsi sul perché, in una società così avanzata, permanga una simile discrasia tra lo sviluppo tecnologico e la mentalità dominante, che non è riuscita a stare al passo con il boom economico.
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