Papa Leone XIV ha lanciato un nuovo e forte messaggio sulla crisi che colpisce la Striscia di Gaza. Affacciandosi alla finestra del Palazzo Apostolico per la recita dell’Angelus, il Pontefice ha detto di seguire “con molta preoccupazione la gravissima situazione umanitaria a Gaza”, dove secondo le sue parole “la popolazione civile è schiacciata dalla fame e continua ad essere esposta a violenze e morte”.
Le parole del Papa sono state pronunciate davanti a migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro, ma hanno come destinatari anche i leader internazionali. Il richiamo arriva in un momento in cui la situazione nella Striscia si sta aggravando di giorno in giorno, con le principali organizzazioni umanitarie che denunciano l’impossibilità di portare aiuti essenziali alla popolazione.
Crisi umanitaria senza tregua
Il termine “crisi umanitaria” viene usato per indicare una condizione in cui la sopravvivenza di migliaia di persone è messa a rischio da mancanza di cibo, acqua, cure mediche e sicurezza. Nella Striscia di Gaza, questo scenario si è ormai trasformato in una realtà quotidiana. Secondo dati diffusi da agenzie internazionali, oltre il 90 per cento della popolazione ha difficoltà ad accedere a generi alimentari, mentre gran parte delle strutture sanitarie sono fuori uso o non raggiungibili.
Il Papa ha voluto sottolineare il dramma dei civili, che sono i più colpiti da una situazione che si prolunga da mesi e che non accenna a migliorare. Le sue parole evidenziano una condizione di fame diffusa e di costante pericolo di vita, in particolare per donne e bambini.
Un nuovo richiamo al cessate il fuoco
Il Pontefice ha rinnovato il suo “accorato appello al cessate il fuoco”, un’espressione che ribadisce la necessità di fermare le ostilità per consentire l’ingresso di aiuti e salvare vite umane. Il cessate il fuoco è una sospensione temporanea delle operazioni militari che permette l’intervento di organizzazioni umanitarie e l’eventuale apertura di negoziati.
Allo stesso tempo, il Papa ha chiesto la “liberazione degli ostaggi” e il “rispetto integrale del diritto umanitario”, cioè quell’insieme di norme che regolano i conflitti armati con l’obiettivo di proteggere chi non prende parte direttamente ai combattimenti. Tra queste regole ci sono il divieto di colpire scuole e ospedali, e l’obbligo di facilitare l’accesso dei soccorsi alle popolazioni civili.
Ostaggi e diritto internazionale
Il riferimento agli ostaggi riguarda diversi casi segnalati di persone trattenute illegalmente da entrambe le parti coinvolte nel conflitto. Il diritto internazionale considera la detenzione di civili come una grave violazione. La Santa Sede ha più volte ribadito la necessità di rilasciare subito gli ostaggi come segno minimo di umanità e di volontà di dialogo.
Il diritto umanitario, che Papa Leone XIV invita a rispettare pienamente, è previsto da convenzioni firmate da molti Paesi nel mondo. Tra queste, la più importante è la Convenzione di Ginevra, che definisce i limiti dell’uso della forza e tutela le vittime di guerra. Il rispetto di queste regole non è solo una questione giuridica, ma anche un elemento centrale per il mantenimento della pace e della dignità umana.
Le difficoltà degli aiuti e il blocco dei rifornimenti
Una delle principali preoccupazioni espresse dalla comunità internazionale è legata al blocco dell’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia. Le organizzazioni non governative e le agenzie delle Nazioni Unite hanno denunciato più volte l’impossibilità di far arrivare cibo, acqua e medicinali. Anche le strutture logistiche per la distribuzione degli aiuti, come i magazzini e le vie di accesso, sono spesso distrutte o sotto il controllo delle forze armate.
Secondo gli operatori umanitari, migliaia di persone vivono senza elettricità e in condizioni igieniche precarie. Il rischio di epidemie e malnutrizione è in forte aumento. Le famiglie non riescono più a garantire un pasto al giorno ai bambini, mentre gli ospedali si trovano senza strumenti per intervenire anche in caso di emergenze gravi.