Gli Stati Uniti e l’Unione europea stanno lavorando a un’intesa commerciale che potrebbe portare a una riduzione dei dazi al 15% su gran parte dei beni scambiati tra le due sponde dell’Atlantico. L’accordo, ancora in fase di negoziazione, rappresenterebbe un passo importante per evitare l’escalation tariffaria minacciata dal presidente Donald Trump, che ha ventilato dazi fino al 30% su oltre 100 miliardi di dollari di prodotti europei. Nel frattempo, la Casa Bianca ha inviato lettere ufficiali a 25 paesi, delineando le nuove tariffe che entreranno in vigore dal 1° agosto in assenza di accordi bilaterali. Tra i destinatari figurano partner storici come Canada, Messico, Brasile e diversi paesi asiatici, con aliquote che variano dal 15% al 50%, a seconda del livello di cooperazione commerciale. Durante un summit sull’intelligenza artificiale a Washington, Trump ha ribadito la sua linea: “Avremo dazi semplici, tra il 15% e il 50%, a seconda di come ci trattano. Se aprono i loro mercati, noi riduciamo i nostri dazi. È così che si negozia”. Il presidente ha inoltre sottolineato che gli Stati Uniti sono pronti a rinunciare ai dazi se i partner commerciali garantiranno accesso totale ai prodotti americani. In risposta, Bruxelles ha annunciato un piano di ritorsione da oltre 100 miliardi di dollari, con dazi fino al 30% su beni simbolo dell’export americano, tra cui bourbon, automobili e aerei Boeing. La Commissione europea ha dichiarato che l’UE è pronta a reagire “in modo proporzionato e coordinato” se l’accordo non verrà finalizzato entro la scadenza. Sebbene l’intesa sul 15% sia vista come una soluzione di compromesso, la sua approvazione dipende dalla volontà politica di Trump, che ha già firmato accordi simili con Giappone, Indonesia e Filippine. Il clima resta teso, ma i negoziatori sperano in una svolta diplomatica che eviti una nuova guerra commerciale. Il conto alla rovescia è iniziato. E il mondo guarda a Washington.