Il Consiglio esecutivo del Fondo monetario internazionale ha concluso il 18 luglio la consultazione annuale dell’Articolo IV con l’Italia, offrendo una valutazione complessivamente positiva, ma prudente dell’economia del Paese. Sebbene l’Italia abbia mostrato una resilienza notevole nel contesto globale incerto, il Fmi sottolinea che permangono sfide strutturali significative che potrebbero frenare la crescita nel medio e lungo termine. Nel 2024, il Prodotto interno lordo dell’Italia è cresciuto dello 0,7%, sostenuto principalmente dagli investimenti legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza e da esportazioni nette positive. Anche nel primo trimestre del 2025, l’economia ha mantenuto una certa vitalità grazie a un mercato del lavoro robusto e all’incremento degli investimenti. L’inflazione si è mantenuta sotto controllo, attestandosi appena sotto il 2% a giugno, e la dinamica del credito ha mostrato segnali di ripresa, con un ritorno in positivo dei prestiti alle famiglie.
Sotto il profilo fiscale, il 2024 ha registrato un risultato migliore del previsto, con il ritorno a un avanzo primario. Un dato accolto con favore dal FMI, che ha elogiato la solidità della gestione fiscale italiana.
Prospettive 2025
Le previsioni per il 2025 indicano un rallentamento della crescita allo 0,5%, con un rimbalzo stimato allo 0,8% nel 2026. Il Fmi attribuisce questa moderazione all’incertezza economica globale, al rallentamento dell’attuazione del Pnrr e ai persistenti rischi legati a tensioni geopolitiche, condizioni finanziarie più restrittive e shock climatici. Nonostante la resilienza attuale, il debito pubblico resta elevato, la crescita della produttività è debole e l’invecchiamento demografico accelera. Il basso tasso di partecipazione femminile al lavoro e le persistenti disparità regionali continuano a rappresentare ostacoli strutturali significativi.
I Direttori esecutivi del Fmi hanno sottolineato che accelerare le riforme è “una priorità fondamentale” per rafforzare la traiettoria di crescita del Paese. Hanno accolto positivamente i progressi compiuti nell’attuazione del Pnrr, ma ne sollecitano un completamento tempestivo. Le raccomandazioni includono: promozione della produttività, innovazione, formazione di forza lavoro qualificata e maggiore partecipazione al mercato del lavoro, in particolare quella femminile.
Equilibrio tra rigore e investimenti
Inoltre, i Direttori hanno sostenuto le misure per facilitare la transizione energetica, rafforzare la sicurezza energetica e stimolare l’integrazione economica a livello europeo. Un migliore accesso al capitale di rischio e politiche industriali mirate, coordinate a livello Ue, sono ritenute essenziali per rilanciare il settore privato. Il Fmi ha elogiato l’impegno dell’Italia per un piano fiscale a medio termine che coniughi sostenibilità del debito e necessità di investimento, in linea con il quadro di bilancio europeo. Ha raccomandato di migliorare l’efficienza della spesa pubblica, eliminare sussidi inefficienti e contenere la spesa pensionistica. È stato inoltre suggerito di ridurre i rischi derivanti dai prestiti garantiti dallo Stato e rafforzare la trasparenza su passività potenziali.
Positivo il giudizio sulla solidità del settore bancario italiano, con politiche macroprudenziali considerate equilibrate. Ma il Fmi chiede di continuare a monitorare attentamente la qualità del credito e il legame tra settore bancario e debito sovrano, oltre a rafforzare il quadro normativo in materia di antiriciclaggio e contrasto al finanziamento del terrorismo.