Una Nazione benché penisola, che per il trasporto delle merci si affida alla rete autostradale. È uno degli aspetti che emergono sul comparto della logistica e trasporti in Italia scattata dal primo bollettino dell’Osservatorio Freight Insights, realizzato dal Centro nazionale per la mobilità sostenibile (Most) con la Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture e presentato a Roma “Un settore resiliente, con un’eccezionale capacità di autoregolarsi e che ha dimostrato di saper reagire alle trasformazioni su scala globale degli ultimi anni”, si sottolinea nel bollettino.
Le vie come reti capillari
La ricerca mostra come il trasporto stradale delle merci tenda ad essere sottostimato dalle statistiche ufficiali dell’Unione Europea: secondo Freight Insights si attesta infatti tra i 30,4 e 37,4 miliardi di veicoli per chilometro, circa il doppio rispetto ai dati Ue. Le autostrade italiane, evidenzia lo studio, continuano a rappresentare la spina dorsale dei traffici: la capillarità della rete consente alle imprese di raggiungere rapidamente porti e terminal ferroviari, anche se restano importanti le differenze tra nord e sud rispetto alla congestione e all’accessibilità multimodale. In Sicilia e Calabria, infatti, il tempo medio per raggiungere i terminali ferroviari supera i 120 minuti.
Trasporto più fatturato
L’indagine dell’Osservatorio su un campione di imprese di autotrasporto conferma inoltre la vivacità del settore, con una crescita del fatturato delle imprese medio-grandi, e individua ampi margini di miglioramento in termini di riempimento dei veicoli e ottimizzazione dei viaggi di ritorno: l’indice di riempimento dei camion si attesta infatti all’80% per l’andata e solo al 60% per il ritorno. In questo ambito, emerge come la sostenibilità dei trasporti non dipenda solo dall’introduzione di veicoli elettrici, ma passi anche attraverso l’aumento dell’efficienza.
Mare e cieli, navi ed aerei
Per quanto riguarda il trasporto marittimo, l’Italia si conferma al terzo posto in Europa per volumi di traffico, con il 12,9% del totale delle merci trasportate che passa per un porto italiano. Le statistiche mostrano poi come sia in crescita il traffico intermodale a discapito di quello tradizionale anche se nel complesso l’andamento del trasporto marittimo complessivo in Italia mostra comunque un calo del 3% sul 2018. Anche il trasporto aereo mostra una forte vivacità (nel 2024 il traffico cargo (1.249.000 tonnellate) è aumentato del 14,9% sull’anno precedente), mentre per il trasporto ferroviario il giudizio è sospeso viste le lacune conoscitive e la necessità di ripensare le unità di misura per poter fornire una panoramica puntuale sul comparto. Nel complesso, l’Osservatorio restituisce il quadro di un sistema nazionale competitivo, ma che può e deve liberare tutto il suo potenziale: servono politiche di incentivazione e di sostegno al settore per una maggiore efficienza e sostenibilità.
Merci, la strada resta al top
“Il Rapporto conferma la lungimiranza della scelta di rafforzare gli strumenti di ricerca del settore attraverso la Fondazione e la partnership con il Most”, spiega Pasquale Russo, vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia e presidente di Conftrasporto-Confcommercio, “che colma un vuoto di conoscenza e di analisi delle dinamiche. Le merci scelgono sempre più la strada, e nel 2023 il traffico è aumentato su base annuale del 2,2%, nonostante la congestione della rete comporti un allungamento dei tempi di percorrenza verso i nodi logistici con aumento medio di 30 minuti per il 10% degli operatori, con conseguente impatto negativo sullo sviluppo dell’intermodalità. Si evidenzia ancora una volta quanto sia stato miope aver escluso il trasporto stradale dai fondi del Pnrr. È, quindi, necessario che il Governo intervenga con un importante politica di rafforzamento delle infrastrutture stradali”.
Trasporto, Autostrade centrali
“Bene”, continua Russo, “i dati delle Autostrade del Mare e dei container, che sostengono i costanti volumi movimentati nei nostri scali, con una crescita rispettiva tra 2024 e 2018 di +7,8% +9,7%. Il nostro sistema rimane centrale, considerando che il 13% delle tonnellate movimentate via mare in Europa passa per un nostro porto. Se è vero che le performance della portualità italiana sono complessivamente positive, al suo interno il sistema sconta una evidente criticità data dal sostanziale inutilizzo di alcuni scali per i container (Taranto, Cagliari) e altri prossimi al livello di saturazione (Gioia Tauro, Napoli, Genova, Trieste)”.
Ferrovie a due marce
“Nel trasporto ferroviario vediamo due dinamiche diverse: male nell’ambito nazionale (in dieci anni si è perso il 34% dei volumi, allontanandoci in maniera quasi irreversibile dagli obiettivi europei), mentre, in condizioni di mercato più attrattive e con infrastrutture più sviluppate, come nelle tratte internazionali, i volumi sono cresciuti di circa il 60%. Nella consapevolezza che i cantieri in corso ci restituiranno una rete molto più efficace, è necessario ragionare su misure a supporto del traffico per avviare il processo di trasferimento modale in previsione della fine dei lavori”, prosegue Russo. “Infine – conclude il vicepresidente di Confcommercio – è sempre alto l’allarme sulla mancanza di lavoratori nel settore del trasporto e della logistica, tema emergenziale per il 70% delle imprese europee, e meritano una riflessione gli investimenti di oltre 2 miliardi di dollari in processi di intelligenza artificiale applicata ai trasporti”.