Con lo slogan “Japanese First”, il partito Sanseito si presenta alle elezioni della Camera Alta giapponese puntando su un messaggio nazionalista e anti-immigrazione che sta guadagnando consensi tra gli elettori frustrati da crisi economica, inflazione e cambiamenti sociali. Fondato durante la pandemia come movimento online, Sanseito ha trasformato la sua presenza digitale in una forza politica concreta, con oltre 400.000 iscritti al suo canale YouTube — più del triplo rispetto al Partito Liberal Democratico (LDP). Guidato da Sohei Kamiya, ex insegnante e consigliere locale, il partito propone misure contro l’“accettazione eccessiva di stranieri”, restrizioni sull’acquisto di terreni da parte di cittadini non giapponesi e limiti all’immigrazione. “Non promuoviamo discriminazione, ma difendiamo la cultura e la sicurezza del Giappone,” ha dichiarato Kamiya durante un comizio a Kawaguchi, città con una significativa presenza straniera. Il messaggio ha fatto breccia in una parte dell’elettorato, in particolare tra uomini giovani e residenti delle periferie urbane, che lamentano rumori, comportamenti irrispettosi e concorrenza abitativa da parte di turisti e lavoratori stranieri. Secondo i sondaggi, Sanseito potrebbe ottenere tra 8 e 17 seggi, erodendo il consenso del governo guidato da Shigeru Ishiba, già indebolito dalla perdita della maggioranza nella Camera Bassa. La retorica del partito ha suscitato proteste e preoccupazioni da parte di gruppi per i diritti umani e cittadini di origine straniera, che temono un clima crescente di esclusione. Tuttavia, Sanseito continua a guadagnare terreno, anche grazie a proposte populiste come l’aumento dei sussidi per i figli e la riduzione delle tasse. Con le elezioni alle porte, il Giappone si trova a un bivio: il successo di Sanseito potrebbe non solo influenzare la composizione parlamentare, ma anche spostare il dibattito politico verso posizioni più identitarie e conservatrici.