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Piano transizione 4.0. Appello al Ministro Urso: plafond di spesa più ampio per il credito d’imposta sugli investimenti

La richiesta di Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti
venerdì, 18 Luglio 2025
1 minuto di lettura

Le imprese devono far leva su programmi stabili di finanza agevolata. Con questa premessa le Associazioni di categoria del Commercio e dell’artigianato sollecitano il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a prendere atto che; “sono necessarie modifiche e integrazioni al Piano Transizione 4.0 per rendere la misura alla portata delle pmi dell’artigianato, del commercio e dell’impresa diffusa”.

Richieste delle Confederazioni

A dirlo, in una lettera unitaria inviata il 17 luglio scorso al ministro Urso, sono i presidenti di Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti. La missiva intende, scrivono le confederazioni: “esprimere le aspettative delle imprese che contano su programmi stabili di finanza agevolata necessari per intraprendere processi di innovazione in un orizzonte temporale a medio e lungo termine”.

Tutele per le piccole imprese

“La legge di bilancio 2025”, fanno presente Confcommercio, Confartigianato, Cna, Casartigiani e Confesercenti, “ha profondamente cambiato l’impianto dell’agevolazione che fino allo scorso anno aveva garantito un reale volàno anche per le imprese di piccole dimensioni”. Oltre al ripristino dell’agevolazione anche per i beni immateriali, per “garantire alle imprese maggiori certezze nelle decisioni di investimento”, le Confederazioni sollecitano “un più ampio plafond di spesa per il credito d’imposta 4.0 relativo agli investimenti da effettuare entro 31 dicembre 2025”.

Problemi e incertezze operative

Nella lettera unitaria viene infine chiesto al ministro Urso di “ristabilire l’automaticità nel riconoscimento del credito di imposta maturato al pari di tutte le restanti forme di incentivazione che rientrano nel meccanismo fiscale del credito d’imposta, da non doversi intendere come aiuto di stato. L’obbligo di comunicazione telematica delle spese di volta in volta sostenute, consolidato peraltro con notevole ritardo nel testo del decreto direttoriale del 16 giugno 2025, sta infatti creando notevoli incertezze operative a molte imprese che restano in attesa di conferma della prenotazione o del rigetto della richiesta di agevolazione per esaurimento delle risorse disponibili”.

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