Donald Trump torna all’attacco. In un post infuocato pubblicato su Truth Social, il presidente degli Stati Uniti ha chiesto la desecretazione immediata dei file relativi al caso Jeffrey Epstein, definendo la vicenda una “truffa orchestrata dai Democratici” e puntando il dito contro il magnate Rupert Murdoch, proprietario del Wall Street Journal. La polemica è esplosa dopo la pubblicazione da parte del WSJ di una presunta lettera inviata da Trump a Epstein per il suo 50° compleanno, contenente frasi ambigue e un disegno osceno. Il presidente ha smentito categoricamente l’autenticità del documento, annunciando azioni legali contro il quotidiano, NewsCorp e Murdoch stesso. “Non ho mai scritto né disegnato nulla del genere. È una menzogna disgustosa”, ha dichiarato Trump, definendo il giornale “un foglio lurido e disperato”. Nel suo messaggio, Trump ha incaricato la procuratrice generale Pam Bondi di richiedere al tribunale la pubblicazione delle testimonianze del Grand Jury relative al caso Epstein. Bondi ha confermato l’intenzione di procedere, dichiarando su X: “Domani chiederemo alla Corte di desecretare le trascrizioni”. Il caso Epstein, morto in carcere nel 2019 dopo essere stato accusato di traffico sessuale di minori, continua a scuotere l’élite americana. I documenti finora pubblicati contengono nomi di personaggi influenti, tra cui lo stesso Trump, ma non prove dirette di coinvolgimento. L’attacco al WSJ si inserisce in un clima politico già teso, con Trump che rilancia la narrativa della “caccia alle streghe” e accusa i media di voler minare la sua credibilità in vista delle prossime elezioni. “La stampa deve imparare a dire la verità”, ha scritto, “e smettere di affidarsi a fonti che non esistono”. Il dibattito sulla trasparenza dei file Epstein si riaccende, mentre l’America si interroga su quanto resta ancora da scoprire dietro uno dei casi più oscuri degli ultimi decenni.