Un patto non solo politico, ma culturale. Giorgia Meloni accoglie la sfida di un’alleanza moderna tra istituzioni, datori di lavoro e lavoratori, per superare le contrapposizioni del passato e porre il lavoro al centro. Un modello vecchio, basato su divisioni sterili, ha impedito al Paese di crescere in modo coeso. Ora è tempo di costruire insieme una nuova grammatica delle relazioni industriali, che riconosca i diritti di tutti e consenta di condividere i benefici. Il Premier, ieri dal palco del ‘XX Congresso confederale della Cisl’, ha auspicato una rifondazione del dialogo sociale, fondata sulla fiducia reciproca più che sullo scontro. Solo lavorando fianco a fianco si potrà dare all’Italia la spinta per liberare appieno l’energia delle sue imprese e dei suoi lavoratori.
Una nuova centralità per la partecipazione

Una visione che ha richiamato non solo valori politici, ma anche cifre economiche: “La vera ricchezza di una nazione risiede nel lavoro. In posti di lavoro di qualità”. E in questa direzione ha indicato la necessità di sostenere chi crea occupazione, far crescere i salari, promuovere investimenti. Il Premier ha rivendicato risultati concreti e ha citato numeri: “In questi mille giorni al governo, quello che mi rende più orgogliosa è che, in media, ogni giorno sono stati creati più di mille posti di lavoro nuovi e a tempo indeterminato, per un totale di oltre un milione di nuovi posti di lavoro”. Eppure ha ammesso che non è sufficiente. Il divario con le altre economie europee persiste e impone scelte audaci. Il Congresso della Cisl di ieri è diventato così anche il luogo dove rilanciare la legge sulla partecipazione dei lavoratori, proposta proprio dal sindacato guidato da Daniela Fumarola e sostenuta dall’esecutivo. Per il Primo Ministro non si tratta solo di una misura tecnica, ma di un simbolo: “Non è più mera esecuzione di ordini dall’alto. È la piena espressione della capacità delle persone”. Secondo il Premier, la norma rappresenta il primo mattone di una cultura nuova, una rivoluzione copernicana nei rapporti industriali.
Un passaggio che la stessa Cisl ha giudicato “storico”, nella convinzione che solo dalla partecipazione possa nascere uno sviluppo durevole. “Concertazione, partecipazione e contrattazione: ecco le nostre parole chiave. C’è l’urgenza di fissare obiettivi e azioni concrete. Le persone non possono più aspettare”, ha detto invece la Segretaria generale Fumarola.
Sicurezza sul lavoro

Meloni ha affidato un passaggio di primario rilievo alla sicurezza sul lavoro, tema ricorrente nel dibattito nazionale, spesso suscitato da tragedie. Il Presidente lo ha definito “un diritto, non un costo”, e ha annunciato uno stanziamento addizionale di 1,2 milioni di euro nel bilancio 2025: “Ogni vita spezzata è una sconfitta. E anche su questo fronte dobbiamo fare di più”. Il richiamo alla concreta realizzazione è accompagnato dalla consapevolezza di una fragilità: la difficoltà, nel mondo reale, di coniugare crescita e tutela. Perciò l’investimento sulla sicurezza si colloca in un progetto più vasto: far coincidere giustizia sociale e sviluppo: “Costruire un ambiente favorevole al lavoro non significa rinunciare ai diritti, ma rafforzarli”. Meloni è tornata ripetutamente sul tema del dialogo. Ha rivendicato l’apertura della Sala Verde di Palazzo Chigi, per anni emblema di una distanza fra politica e corpi intermedi: “Abbiamo dialogato senza pregiudizi con chi non aveva pregiudizi. E dialogare non significa sempre essere d’accordo”. Ma in pratica significa mettere al centro contenuti reali, non pregiudizi ideologici.
Una posizione che strizza l’occhio alla tradizione riformista, pur mantenendo il tratto identitario del governo. Il rispetto per le istanze sindacali non implica cedimenti di linea, bensì un metodo: quello del confronto, della ricerca di sintesi: “Il governo è un interlocutore naturale. Ascolta, rispetta, costruisce”.
I numeri della rinascita
Nel suo intervento al Parlamento, Meloni ha toccato diversi punti. Ha fornito un quadro ottimista sulla situazione economica del Paese, sottolineando i progressi nell’occupazione e la crescita positiva dei principali indicatori. Però ha riconosciuto come lo scenario internazionale resti complesso, citando come esempio le recenti minacce di una guerra commerciale con gli Stati Uniti, una prospettiva che ha definito “controproducente”. Ha assicurato che il governo sta lavorando in sinergia con gli altri leader europei per scongiurare tale evenienza. Oltre agli aspetti congiunturali, ha voluto soffermarsi sull’identità nazionale, affermando la necessità di ritrovare la fiducia nelle proprie capacità e la determinazione a realizzare le ambizioni del Paese. A conclusione, ha ripreso una celebre citazione di Eleanor Roosevelt per sottolineare come i sogni collettivi possano tradursi in realtà quando c’è la volontà di farlo.