È di un morto e almeno 18 feriti il bilancio degli attacchi aerei israeliani che hanno colpito oggi diversi obiettivi del regime siriano nella capitale Damasco. Lo ha riferito il ministero della Salute siriano, attraverso l’agenzia di stampa governativa Sana, che parla di raid “mirati” condotti dall’Aeronautica israeliana. Secondo quanto riportato dai media ufficiali, una delle esplosioni si è verificata in prossimità del quartier generale del Ministero della Difesa, dove sarebbe stato preso di mira l’ingresso dello Stato Maggiore dell’Esercito siriano. L’attacco ha provocato anche danni strutturali all’edificio e all’ufficio della tv panaraba Al Arabiya, situato nella stessa zona.
Fonti locali hanno segnalato che diversi jet israeliani hanno sorvolato la capitale poco prima degli attacchi. In un comunicato, l’esercito israeliano ha confermato l’operazione, spiegando di aver agito in risposta alla crescente instabilità nel sud della Siria e in particolare nella regione di Sweida, abitata in prevalenza dalla minoranza drusa.
Obiettivi strategici
“Le IDF continuano a monitorare le azioni del regime contro i civili drusi nel sud della Siria. In conformità con le direttive della leadership politica, stiamo colpendo obiettivi strategici e ci prepariamo a vari scenari”, si legge nella nota. Il Ministro della Difesa israeliano, Yisrael Katz, aveva nei giorni scorsi ammonito Damasco: “Continueremo a bombardare finché le forze siriane non si ritireranno da Sweida”, sottolineando il sostegno di Tel Aviv alla comunità drusa siriana, già più volte espresso dopo il recente cambio di potere nella capitale siriana avvenuto alla fine del 2024.
Il nuovo governo siriano, alle prese con forti tensioni interne e un contesto regionale in rapido deterioramento, non ha ancora commentato ufficialmente gli attacchi, ma ha convocato una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza Nazionale.