Nel 2024 l’Autorità garante per la protezione dei dati personali ha riscosso sanzioni per un totale di 24 milioni di euro. Il dato emerge dalla relazione annuale dell’Autorità, che evidenzia un contesto in continua trasformazione, segnato da una forte crescita delle tecnologie digitali e dall’espansione dell’intelligenza artificiale nei diversi ambiti della vita quotidiana.
Oltre 2000 violazioni dei dati personali segnalate
Durante l’anno, sono state oltre 2.000 le segnalazioni ricevute per violazioni di dati personali. Si tratta di situazioni in cui informazioni sensibili su cittadini, lavoratori o utenti sono state oggetto di accessi non autorizzati, divulgazioni indebite o trattamenti non conformi alla normativa. La mole di segnalazioni evidenzia, secondo il Garante, una crescente consapevolezza da parte dei cittadini, ma anche la persistenza di lacune nei sistemi di protezione di enti pubblici e aziende.
In aumento i casi di revenge porn
Tra le segnalazioni ricevute, 823 hanno riguardato casi di cosiddetto revenge porn, ovvero la diffusione non consensuale di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, spesso da parte di ex partner o conoscenti. Il fenomeno coinvolge in modo particolare le giovani generazioni e solleva questioni urgenti legate alla protezione dei dati e alla tutela della dignità personale nell’ambiente digitale.
Allarme per l’uso dell’intelligenza artificiale tra i minori
Un tema ricorrente nella relazione è l’intelligenza artificiale, in particolare l’uso inconsapevole che ne fanno bambini e adolescenti. Il Garante ha sottolineato la vulnerabilità di questi soggetti, esposti a contenuti automatizzati e interazioni con sistemi che spesso raccolgono e processano dati personali senza un’adeguata comprensione da parte dell’utente. L’Autorità richiama l’attenzione sulla necessità di misure specifiche di protezione per i minori, soprattutto nel contesto di piattaforme educative, social network e assistenti virtuali.
Stanzione: “Serve un cambiamento culturale”
Nel suo intervento, il presidente del Garante Pasquale Stanzione ha fatto riferimento a episodi recenti che hanno sollevato allarme sull’uso distorto dei dati personali. “I presunti dossieraggi e gli accessi illeciti – ha affermato – dimostrano che serve un cambiamento culturale profondo, fondato sul rispetto della persona e sul valore della riservatezza”. Il riferimento riguarda in particolare alcune inchieste in corso su utilizzi impropri di archivi e banche dati, sia da parte di soggetti pubblici che privati.
Il quadro normativo e le sfide future
L’Autorità ribadisce che la normativa europea sulla protezione dei dati, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), resta un pilastro essenziale per garantire trasparenza e tutela. Tuttavia, con l’evoluzione rapida delle tecnologie, aumentano anche le sfide. Il Garante segnala la necessità di rafforzare il ruolo delle autorità nazionali, investire in educazione digitale e costruire una governance dell’intelligenza artificiale che sia compatibile con i diritti fondamentali.
Un ruolo attivo anche sul fronte europeo
Nel corso del 2024, l’Autorità italiana ha continuato a collaborare attivamente con le istituzioni europee, contribuendo ai lavori su regolamenti emergenti legati all’uso dell’IA, alla cybersicurezza e ai diritti digitali. L’Italia si è distinta per alcuni interventi d’urgenza, come il blocco temporaneo di alcune piattaforme e applicazioni che trattavano dati senza adeguate garanzie, e per la promozione di standard elevati di trasparenza nei servizi online.