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Gaza, almeno 139 morti in un solo giorno. Hamas respinge l’accordo, Netanyahu convoca l’estrema Destra

Bombe israeliane su un sito di distribuzione acqua a Nuseirat, 10 morti tra cui 6 bambini
lunedì, 14 Luglio 2025
2 minuti di lettura

Nella giornata di ieri la Striscia di Gaza è stata nuovamente teatro di una delle giornate più sanguinose dall’inizio del conflitto: secondo il Ministero della Sanità locale, almeno 139 palestinesi sono stati uccisi e 425 feriti in una serie di bombardamenti israeliani che hanno colpito aree densamente popolate e punti di distribuzione di aiuti umanitari. Tra le vittime si contano 28 persone che erano in attesa di ricevere aiuti, oltre a sei bambini uccisi da un attacco nei pressi di un sito di distribuzione dell’acqua a Nuseirat. Le Forze di Difesa israeliane (Idf) hanno ammesso che l’attacco a Nuseirat è stato causato da un “malfunzionamento tecnico”: un missile lanciato contro un operatore della Jihad Islamica avrebbe deviato, colpendo l’area civile a decine di metri dall’obiettivo previsto. L’incidente, precisano i militari israeliani, è sotto inchiesta. Sempre ieri, l’agenzia palestinese Wafa ha riferito di un altro bombardamento su un mercato affollato nel quartiere di Al-Daraj, nel centro di Gaza City: 12 morti, fra cui un chirurgo dell’Ospedale Battista Al-Ahli. Il bilancio delle vittime dall’alba di domenica supera così i 50 morti. Dall’inizio della guerra, il 7 ottobre 2023, il numero totale di vittime palestinesi secondo le autorità sanitarie di Gaza è salito a 58.026 morti e oltre 138.000 feriti. L’Idf ha dichiarato di aver colpito oltre 150 obiettivi “terroristici” negli ultimi giorni, tra cui depositi di armi, postazioni di lancio e edifici trappola. Tra i leader uccisi vi sarebbe anche Muhammad Adin, comandante del battaglione Darj Toufah di Hamas, operante nel centro della Striscia. Secondo fonti mediche citate da Al Jazeera, almeno 34 vittime di ieri si trovavano in fila per ricevere cibo da un centro della Gaza Humanitarian Foundation.

Negoziati: Hamas rifiuta, Netanyahu sotto pressione

Sul fronte diplomatico, si registrano nuove tensioni: Hamas ha respinto l’ultima proposta di tregua avanzata nei colloqui in corso a Doha. Fonti israeliane hanno spiegato a Reuters che la posizione del movimento islamista rende impossibile per ora il raggiungimento di un accordo, anche se i negoziati non sono stati sospesi. Sul fronte politico interno israeliano, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha convocato i ministri dell’ultradestra Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich per discutere degli sviluppi legati alla possibile tregua. I due leader si sono più volte opposti pubblicamente a ogni cessate il fuoco con Hamas, minacciando di far cadere il governo se verrà firmato un accordo che non preveda la totale eliminazione del gruppo islamista. Parallelamente, l’ambasciatore israeliano alle Nazioni Unite, Danny Danon, ha annunciato che Israele non parteciperà alla conferenza sulla creazione di uno Stato palestinese promossa da Francia e Arabia Saudita, definendola “una distorsione morale” e accusandola di “premiare il terrorismo”.

La missione umanitaria della solidarietà civile

Mentre la diplomazia fatica a trovare uno sbocco e i civili continuano a morire sotto le bombe, una nuova missione umanitaria internazionale ha preso il largo da Siracusa. La nave “Handala” della Freedom Flotilla Coalition è salpata verso Gaza, trasportando aiuti umanitari e un messaggio di solidarietà per la popolazione sotto assedio. A bordo vi sono medici, avvocati, attivisti, giornalisti, uniti sotto un’unica bandiera: quella della società civile che si mobilita dove le istituzioni tacciono. La missione segue quella della nave “Madleen”, intercettata e sequestrata dalle forze israeliane alcune settimane fa. La nuova imbarcazione porta il nome del personaggio disegnato dal celebre vignettista palestinese Naji al-Ali: un bambino rifugiato a piedi nudi, simbolo della lotta e della speranza. “Non siamo governi – scrive la Freedom Flotilla Coalition – siamo persone comuni che rifiutano il silenzio mentre Gaza viene bombardata e affamata”.

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