Una stangata da 536 euro a famiglia. Arriva l’allarme Codacons per l’aumento dei prezzi al consumo. Secondo i dati dell’Associazione dei consumatori la prolungata chiusura delle attività e i costi da sostenere per la sanificazione, faranno balzare in alto i prezzi al consumo. A determinare la crescita ci sono, inoltre, le regole del distanziamento sociale, che riducono sensibilmente il numero di clienti delle attività, e di conseguenza i guadagni Tutti questi elementi possono portare a un aumento dei prezzi per quelle attività che hanno riaperto i battenti il 18 maggio, ma in questa girandola di costi nemmeno il settore alimentare è immune da rialzi, anzi i prezzi sono stati gia in molti casi ritoccati all’insù. Così tra spese delle imprese, e pochi clienti, la Fase 2 diventa un problema per il Codacons che vede e calcola un sovrappiù di uscire di 536 euro a famiglia. Alcuni aumenti sono già una avvisaglia su quello che potrà accadere nelle prossime settimane.
“Da oggi caffè più amaro per molti italiani”, scrive la Confederazione, “che, con la riapertura degli esercizi commerciali, si sono recati al bar per il rito della colazione, scoprendo che i prezzi, in alcuni casi, hanno subito ritocchi al rialzo. Stiamo ricevendo segnalazioni da parte dei consumatori che oggi sono finalmente tornati a prendere il caffè fuori casa, e che denunciano rincari dei listini”, calcola il Codacons, “Al momento si tratta di casi isolati, con il caffè che ad esempio in alcuni locali sarebbe passato da 0,90 euro a 1 euro, o il cappuccino da 1,20 a 1,40 euro”. Ma rincari vengono segnalati anche per i parrucchieri, con costi da oggi più alti per tagli, messe in piega.
“Speriamo si tratti di situazioni isolate, e che gli esercenti non decidano in massa di ritoccare i listini per rifarsi dei minori guadagni e dei costi di sanificazioni dei locali”, auspica e commenta il presidente Carlo Rienzi, “Proprio per monitorare l’andamento dei listini al dettaglio nella fase 2 e combattere possibili speculazioni il Codacons invita tutti i cittadini a segnalare all’associazione eventuali aumenti dei prezzi praticati da bar, ristoranti, parrucchieri, negozianti, artigiani, contattando il numero 89349966 o inviando una mail all’indirizzo info@codacons.it”.
Andando a ritroso nella catena delle maggiori spese la Confederazione dei consumatori mette sotto la lente due fattori principali: la chiusura forzata degli scorsi mesi che ha causato perdite ingenti per le attività, e in occasione della riapertura è stato necessario sanificare gli ambienti, spendendo soldi ancora prima di tirare su la serranda. Su questo fronte ci sarà la mitigazione di costi perché nel “decreto Rilancio” prevede un aumento del bonus sanificazione, un credito d’ imposta del 60% fino a un massimo di 60 mila euro di spesa. Inoltre, bisogna, inoltre, considerare anche che le regole del distanziamento sociale comportano per forza di cose un minor numero di clienti , e quindi un calo delle entrate.