sabato, 12 Luglio, 2025
Esteri

Sudan, la CPI accusa: “Crimini di guerra in Darfur, la sofferenza è intollerabile”

La Corte Penale Internazionale (CPI) ha lanciato un allarme drammatico sul conflitto in corso in Sudan, denunciando la presenza di crimini di guerra e contro l’umanità nella regione del Darfur. La vice procuratrice Nazhat Shameem Khan ha presentato il rapporto al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, parlando di una crisi umanitaria “di profondità sconvolgente” e di una violenza sistematica contro i civili. Secondo la CPI, le Forze di Supporto Rapido (RSF) e l’esercito regolare sudanese si sono resi responsabili di attacchi contro ospedali, convogli umanitari e infrastrutture civili. Le testimonianze raccolte tra i rifugiati in Ciad parlano di stupri usati come arma di guerra, rapimenti a scopo di estorsione e pulizia etnica contro le comunità autoctone, in particolare i Masalit. La città di El-Fasher, capitale del Nord Darfur, è assediata e isolata dagli aiuti umanitari. L’UNICEF ha segnalato un raddoppio dei casi di malnutrizione infantile rispetto al 2024, con oltre 40.000 bambini ricoverati per grave denutrizione solo nei primi cinque mesi del 2025. In almeno tre campi profughi attorno alla città è stata dichiarata ufficialmente la carestia. Il procuratore capo Karim Khan ha ricordato il precedente del processo contro Ali Kushayb, condannato per crimini nel Darfur due decenni fa, e ha avvertito: “Chi oggi si sente impunito potrebbe trovarsi domani davanti alla Corte”. La CPI ha chiesto al governo sudanese di collaborare con le indagini, ma le tensioni restano alte. Il conflitto, iniziato nell’aprile 2023, ha già causato oltre 40.000 morti e 14 milioni di sfollati, trasformando il Sudan in una delle peggiori crisi umanitarie del mondo.

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