La prima visita ufficiale in Asia del Segretario di Stato Marco Rubio si è aperta sotto il segno della strategia economica assertiva di Donald Trump. Mentre il presidente annuncia nuove tariffe commerciali su importazioni da Paesi asiatici, Rubio incontra i leader dell’ASEAN per riaffermare l’impegno degli Stati Uniti nella regione. L’obiettivo: riequilibrare relazioni commerciali distorte e proteggere l’industria americana. Trump ha comunicato l’introduzione di dazi fino al 40% su prodotti provenienti da Laos, Myanmar e Malesia, e del 25% su Giappone e Corea del Sud, storici alleati. Secondo la Casa Bianca, queste misure sono necessarie per contrastare pratiche sleali e difendere la competitività statunitense. “Non possiamo più tollerare squilibri che danneggiano i nostri lavoratori,” ha dichiarato Trump, sottolineando che l’America First non è isolamento, ma leadership economica globale. Rubio, in linea con la visione presidenziale, ha ribadito che l’Indo-Pacifico è una priorità strategica per Washington. “La prosperità americana passa da relazioni commerciali eque,” ha detto ai ministri dell’ASEAN, rassicurando che gli Stati Uniti restano partner affidabili, ma non più passivi. La visita ha anche un valore geopolitico: con la Cina e la Russia presenti al vertice, gli Stati Uniti riaffermano la loro influenza nella regione. Rubio ha evitato polemiche, concentrandosi su sicurezza marittima, lotta al crimine transnazionale e cooperazione tecnologica, mentre Trump ha annunciato nuovi accordi bilaterali in arrivo con Vietnam e India. Nonostante le critiche di alcuni leader asiatici, l’amministrazione Trump mostra coerenza: dazi mirati, diplomazia pragmatica e difesa degli interessi nazionali. E mentre il mondo osserva, Washington rilancia la sua presenza con fermezza e visione.
