Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato l’invio di sette nuove lettere diplomatiche e l’introduzione di dazi al 50% sulle importazioni dal Brasile, in risposta al processo in corso contro l’ex presidente Jair Bolsonaro. In un messaggio pubblicato su Truth Social, Trump ha definito il procedimento giudiziario una “caccia alle streghe” e ha accusato il governo brasiliano di “attacchi insidiosi alla libertà di parola e alle libere elezioni”. La mossa ha provocato una crisi diplomatica immediata. Il Ministero degli Esteri brasiliano ha restituito la lettera all’ambasciata statunitense, definendola “offensiva” e “piena di falsità”. Il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha replicato con un comunicato ufficiale: “Il Brasile è un Paese sovrano, con istituzioni indipendenti. Non accetteremo minacce né interferenze”. Il processo contro Bolsonaro, accusato di aver orchestrato un tentativo di golpe dopo la sconfitta elettorale del 2022, è attualmente in corso presso la Corte Suprema. Trump ha difeso l’ex presidente brasiliano, definendolo “un leader rispettato nel mondo” e ha minacciato di raddoppiare le tariffe in caso di ritorsioni. Lula ha annunciato che il Brasile valuterà contromisure economiche alla luce della Legge di Reciprocità, sottolineando che “la difesa della democrazia è una questione interna e non negoziabile”. Secondo dati ufficiali, gli Stati Uniti hanno registrato un surplus commerciale di 410 miliardi di dollari con il Brasile negli ultimi 15 anni, smentendo le accuse di squilibrio avanzate da Trump. La tensione tra i due Paesi rischia di trasformarsi in una guerra commerciale, con ripercussioni sui mercati e sulle relazioni bilaterali. E mentre Trump continua a usare i dazi come strumento politico, Lula ribadisce: “Difenderemo gli interessi del popolo brasiliano con dignità e fermezza”.