Mercoledì mattina, la polizia francese ha fatto irruzione nella sede centrale del Rassemblement National (RN), il partito di estrema destra fondato da Jean-Marie Le Pen e oggi guidato da Jordan Bardella. L’operazione, condotta dalla Brigata finanziaria con il supporto di due giudici istruttori, ha portato al sequestro di documenti contabili, corrispondenza elettronica e registri interni relativi alle campagne elettorali dal 2021 al 2024. Secondo la Procura di Parigi, l’indagine — avviata nel luglio 2024 — riguarda presunti finanziamenti illeciti, tra cui prestiti abituali da privati e fatture gonfiate per ottenere rimborsi pubblici. Le perquisizioni hanno interessato anche le abitazioni di alcuni dirigenti del partito. Jordan Bardella, presidente del RN, ha definito l’operazione “spettacolare e senza precedenti”, accusando le autorità di voler colpire il principale partito d’opposizione. “Mai sotto la Quinta Repubblica si è visto un accanimento simile contro un partito democratico,” ha scritto su X, parlando di “grave attacco al pluralismo”. La vicenda si inserisce in un contesto già teso: Marine Le Pen è stata condannata in primo grado per appropriazione indebita di fondi europei, con una pena accessoria di ineleggibilità per cinque anni, in attesa dell’appello previsto per il 2026. Inoltre, è in corso un’indagine parallela da parte della Procura europea antifrode (EPPO) sul presunto uso improprio di oltre 4 milioni di euro da parte del gruppo parlamentare Identità e Democrazia, di cui il RN ha fatto parte. Il partito, attualmente in forte ascesa nei sondaggi, denuncia una strategia di delegittimazione orchestrata dalle istituzioni. Ma la magistratura insiste: “L’obiettivo è fare chiarezza su possibili violazioni della legge elettorale.”
